470 Urbano Vili. 1023-1644. Capitolo V. capo supremo della Chiesa universale, associarsi incondizionatamente agli Absburgo e rompere con la Francia. Ma a ciò il papa non poteva adattarsi, perchè questo avrebbe scavato il terreno alle sue trattative per la pace. Circa le censure ecclesiastiche che gli Spagnuoli pretendevano venissero lanciate contro Richelieu, il cardinale Francesco Barberini osservava il 15 ottobre 1633 che Urbano Vili aveva dinanzi agli occhi le troppo dolorose conseguenze che aveva tirato con sè l’affrettato procedere di Clemente VII contro l’Inghilterra.1 Difatti Richelieu, per il caso che il papa si fosse lasciato indurre dagli Spagnuoli a scomunicare Luigi XIII, era deciso a promuovere uno scisma.2 Per tutto ciò in Madrid non si aveva nessuna coni-prensione. Siccome il papa non si lasciava trascinare al punto di vista particolare che essi desideravano, si elevarono contro di lui le più gravi accuse e lo si accusò addirittura di non aver cuore per i dolori dei cattolici tedeschi.3 Quanto falso fosse questo, risulta chiaramente dal fatto che Urbano Vili nell’aprile fece pervenire all’imperatore 25.000 scudi e un’uguale somma alla lega.4 Anche al re spagnuolo egli approvò nel marzo 16.'! ! le grandi tasse che egli intendeva esigere dal clero di Aragona e Catalogna, però solo per sovvenire con queste somme la guerra «in Germania» contro gli Svedesi e gli altri principi protestanti.5 Per quanto tale condizione fosse formulata in modo che ci S1 potevano comprendere anche i Paesi Bassi spagnuoli, a Madrid non se ne contentarono e vi si volle vedere perfino l’intenzione di far passare il re spagnuolo come vassallo dell’imperatore.8 Nell’aprile 1633 circolò in Roma la notizia che gli Spagnuoli pronio-vevano la convocazione di un concilio diretto contro il papa-' Invano Urbano Vili dimostrò aU’ambasciatore spagnuolo, Castel scrittura del re da dare a S. St;' molto più acuta e rigorosa che non f>i protesta di Borgia, e dubita che non vengano ordini precisi di presentarla Are li ivio di Stato i n Modena. 1 Vedi la lettera di Francesco Barberini al nunzio in Vienna, Grimaldi, del 15 ottobre 1633 in Leman 318, n. 2. Egli ripete una simile espressione nel a istruzione per Falconieri dell’aprile 1635; vedi Cauchie-Maere, Instructi'»1' p. 182. 2 Cfr. Pieper ili Hist.-polit. Blàttern XCIV 481 s. 3 Vedi Leman 316. 4 Vedi ivi 317. 5 Vedi Bull. XIV 324, 327. 0 Vedi Leman 320. 7 Niccolini riferiva il 30 aprile 1633 al granduca di Toscana in 0_cca!‘l01|U( dell'invio del Saavedra in Germania: « * Nè manca bora chi dubiti cii* voce sparsasi le settimane passate che Spagnoli pensino al modo di P" 1 convocar un concilio, non fusse in tutto senza fondamento e che Saa\ »1 ‘ deve attaccar questa prattica ». Archivio di Stato in F i r e n z 1 Med. 3353.