Il card. segr. di Stato Ludovisi e la riforma dell’elezione del pontefice. 87 poiché ci si lascia facilmente influenzare dai riguardi dell'amicizia o dal timore dei principi e dei cardinali più potenti, e taluni partecipano all’acclamazione collettiva, solo perchè non si faccia l’elezione senza di loro. Talora con tale sistema avviene che la nomina del capo supremo della Chiesa si compia senza la debita riflessione, poiché i capipartito intervengono colle loro proposte d’improvviso; la decisione dipende spesso dai cardinali più giovani e meno esperti; il vero scrutinio diventa inutile; si dà un certo numero di voti a dei giovani poco adatti, solo per salvar le apparenze; talvolta vengono esclusi dal papato i più degni, appunto in causa delle loro particolari virtù; inoltre gli elettori fra le inclusioni e le esclusioni oscillano continuamente senza trovar quiete, turbati sempre dal timore che si possa arrivare alla nomina a loro insaputa. Il disordine in cui si pensa debba avvenire la nomina del nuovo papa fa sì che anche nel periodo precedente al conclave si calcoli più sul favore dei potenti che sul merito; si fanno strada l’ambizione e l’adulazione; i cardinali non osano esprimere francamente la loro opinione, specie quando si tratta di questioni di giustizia e della difesa della Santa Sede; per rafforzare i partiti si chiamano nel supremo senato della Chiesa delle nullità, mentre si escludono uomini di merito; i cardinali perdono la stima l’uno dell'altro e il prestigio di fronte ai principi; e gli eretici trovano pretesto di attaccare la Chiesa. Con ciò si apre la via a contratti e convenzioni sacrileghe, e si tratta del suo successore, mentre il papa è ancora vivo; si potrebbe perfino arrivare ad una elezione scismatica, giacché rimane discutibile se per la nomina per adorazione non si debba esigere la partecipazione di tutti gli elettori. Quando poi la nomina è finalmente fatta, permane l’ostilità fra chi ha escluso e chi è stato escluso, e resta agli sfaccendati un ricco materiale per scrivere delle istorie sul conclave che poi vengono lette e diffuse con sommo piacere dei nemici e calunniatori della Santa Sede. Gregorio XY apprezzò molto che il Ludovisi, pur essendo il cardinale più potente, s’ispirasse a riguardi superiori e volesse perciò contrastare il terreno alle fazioni nel conclave e con ciò anche a se stesso;1 ma non aderì di primo colpo alle sue proposte. Ludovisi scriveva il i) settembre 1621 che il papa non si era ancora risolto.2 Già due giorni dopo però l’ambasciatore spalili nolo Abbate Alfonso Pico informava il suo sovrano che il papa era deciso ad introdurre lo scrutinio segreto come unico legittimo ‘Vedi Waurmund 261. 2 « La verità si è che il papa non è ancora risoluto di farla » (la bolla). A Niccolo 'righetti, fiscale in Spagna, Carte Strozz., Ser. 1 86.