IX. 273 Il fanciullo Pugliesi (*). Vero dirò, forse c’ parrà menzogna. Un fanciullo di nove anni che senza soccorsi di studii, senz’aiuti di maestro trovò da sè per forza soltanto del proprio sterminatissimo ingegno, le ragioni dei computi più astrusi ; questo medesimo giovanettoj che appena s’alza tre piedi dal suolo e già sale la scena e sicuro si rivolge al pubblico, e l’arringa e l’interroga con quella franchezza con cui gli altri fanciulli si volgono appena a’nuovi compagni de’loro trastulli, e lì su due piedi senza duopo della scrittura afferra e scioglie a memoria i più intralciati quesiti, eseguisce e ritiene fino a trentadue somme diverse, è tale e si strano portento da non crederlo chi non lo vide cogli occhi suoi proprii. E tale e sì strano portento l’abbiamo pur ieri ammirato all’Apollo nel fanciullo Pugliesi, e ne rimanemmo sì stupefatti e commossi da non trovare espressioni a significare i sentimenti in noi suscitati dal inaraviglioso fanciullo. Simili pruove della potenza dell’umano in- (*) Gazzetta del 22 gennaio 1S35.