Le poesie latine di Maffeo Barberini. 903 originali. Egli dedica versi pieni di slancio alla nascita fed alla passione di Cristo.1 Profondamente sentito è il suo inno a Dio e il colloquio tra Cristo e la Madre al principio della Settimana santa. Un poema speciale è dedicato all’anello nuziale di Maria conservato a Perugia. Molte altre poesie celebrano Santi: Giovanni Battista, Maria Maddalena, Lorenzo, Pietro e Paolo, il santo papa Leone III, il re Luigi di Francia, Elisabetta di Portogallo, Martina e Bibiana. Carlo Borromeo viene esaltato insieme con i cardinali Nobili e Bellarmino. Una poesia espone, in relazione al libretto del Bellarmino « Dell’ascensione della mente verso Dio », che il cielo si può raggiungere solo colla scala di Giacobbe e sulle orme del Borromeo e del Bellarmino. Un’altra parafrasa il detto di sant’Agostino: Il nostro cuore è inquieto, fincbè non riposa in Dio. Serietà profonda spirano i « pensieri di un pio vecchio ». Sono comprese nella raccolta le poesie già comparse in Perugia nel 1606 su fatti contemporanei, accresciute di altre simili sulla morte dei cardinali Alessandro Farnese e Pallotto. Fra gli amici di Maffeo Barberini, sono dedicati versi ad Aurelio Orsi, Giovan Battista Strozzi, Marcantonio Eossi, Giovanni Ciampoli, Virginio Cesarmi, Gabriele Chiabrera, Bernardino Capponi e Flaminio Figliucci. Clemente Vili viene confortato nei suoi dolori di podagra. Ai propri nepoti il papa dirige esortazioni religiose. In questo genere rientrano anche le poesie moralizzanti contro l’adulazione e la pusillanimità. La vera sapienza, spiega un’altra poesia, consiste nel pensare alla morte. La forza della verità viene esaltata assai piacevolmente. Un bell’inno prega Dio e la Madre del Signore di preser- 1 Non sono stampati i * « Disti cha et epigrammata de morte Christ», il cui autografo si trova nel Barb. 1717, p. 149 6.: In sepulero Cbristi. Insons noster Adam moritur fons vivus amoris, Noluit et veteris crimina sontis Adae. Mortis ab imperio moriens nos vita perennis Eripit; bino nobis vita perennis erit. In ligno quondam vicit mors impia, vieta est In ligno. Poterit quid sua destra ? Nihil. Seguono * poesie ancora inferiori, di cui dò solo gl’inizi: Ad Christum. p. 149: Quomodo, si Deus es, mortali sanguine victus ? p. 150: Cernite mortales Christum prò crimine vestro. p. 151: Si Bex est noster, tua sunt ubi regia sceptra ? p, 152: Pro servo Dominus moritur, prò milite ductor. P- 153: Mors vita« mortem dat morti, vitaque mortem. La chiusa è formata dal seguente * epigramma sulla croce (p. 154): Una dedit nobis quondam letale venenum Arbor, bisgemina est hac renovata salus.