378 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo IV. tova già dal dicembre 1625 per famigliarizzarsi colle costumanze italiane ed accattivarsi le simpatie della popolazione,1 dove,ss sposare Maria Gonzaga, che dimorava nel convento di 8. Orsola, e i cui diritti ereditari sul Monferrato avevano molto peso. Segretissimamente Vincenzo II venne indotto a designare il Never.s come suo successore nel testamento. La dispensa necessaria per il matrimonio colla sua nipote Maria venne subito concessa da Urbano Vili tanto più volentieri, in quanto conosceva dai tempi della sua nunziatura a Parigi i sentimenti cattolici della famiglia di Nevers.2 La dispensa era appena arrivata, che nella sera del 25 dicembre 1627 fu celebrato anche il matrimonio.3 Nella stessa notte morì Vincenzo II, appena trentaquattrenne. Ora si agì rapidamente. Senza prima interpellare l’imperatore come supremo signore feudale, ma anche senza che qualcuno sollevasse obiezioni, il giovane Nevers prese possesso del ducato vacante, in nome di suo padre accettò gli omaggi dei sudditi e occupò la cittadella.1 Tutti questi avvenimenti si seppero nello stesso momento che si ebbe notizia della morte del duca Vincenzo. La sorpresa a Torino. Madrid e Vienna fu grande. Più colpito di tutti si mostrò Carlo Emanuele di Savoia, che elevava delle pretese molto artificiosamente architettate sul Monferrato, e aveva accarezzata l’idea del matrimonio di suo figlio con Maria Gonzaga. Il Savoia cominciò subito ad armare, onde soddisfare con la forza le sue voglie conquistatrici. Di simili sentimenti era riempito il nuovo governatore di Milano, González de Córdova, uomo oltremodo ambizioso, il quale aveva favorite le pretese di Ferdinando Gonzaga, duca di Guastalla, appartenente ad una lontana linea collaterale dei Gonzaga, e che ancora prima della morte di Vincenzo II aveva man- 1 Vedi Kiewning I XL; Quazza, Mantova e Monferrato 121 s. Lo scopi' dell’invio di Nevers iunior a Mantova è rilevato da Fr. degl’Albici (« Relation' del negotio fatto nella corte di Spagna da Mons. Ces. Monti Nuncio straord. pei la pace d’Italia») colle seguenti parole: «acciò apprendendo i costumi d’itali*1 e trattandosi bene con quei sudditi si rendesse capace dell’amor loro et insinuandosi ad essi quasi insensibilmente le raggioni del padre gli facesse p>u facilmente restar persuasi ad accettarlo pei1 signore». Cod. 35, F. 25 della d > blioteca Corsini in Roma; un’altra copia acquistai io stesso 1905 dalla Biblioteca di P. Pieri. _ 2 Vedi le * relazioni di Béthune a Luigi XIII, in data, Roma 1627 luglio settembre 8 e 23, ottobre 22 e dicembre 31, Cod. 7215 della B i b 1 i o t e ® di Stato in Vienna. Cfr. Fagniez, P. Joseph. I 123 s.; KiE"Nl>' I xl; Quazza, Mantova e Monferrato 190 s., 193 s. ,.0 3 Oltre il volume succitato a pag. 376 n. 2 dell’lNTRA ed un articolo 1 1 | stesso sul convento di S. Orsola in Arch. stor. Lomb. 1895, sovratut Quazza, Mantova e Monferrago 194 s. 1 Vedi Muratori XI 105; Kiewning I 23, n. 3. Sul giovane ^.Y.j assai poco apprezzato dai contemporanei, cfr. H. de Beaucaire in Ber. < di-pl. XVI 3.