CAPITOLO XI Lo Stato Pontificio e la guerra di Castro. 1. Il periodo di guerre nel quale venne a cadere il papato di Urbano Vili, fece risaltare in modo particolarmente penoso la debolezza militare dello Stato pontificio.1 V’era mancanza di tutto: di truppe addestrate, di provviste d’armi e di fortezze adeguate. Salvo Ferrara, Ancona e Civitavecchia, le fortificazioni degli altri luoghi dello Stato della Chiesa erano completamente invecchiate e in molta parte anche del tutto abbandonate.2 Urbano Vili, che non voleva dipendere dalla grazia di altre potenze, mostrò fin da principio un gran zelo nel migliorare le condizioni militari in misura bastevole alla sicurezza dello Stato pontificio. Già al principio del 1624, egli disegnò la costruzione di una cittadella a Bologna. Poiché i Bolognesi vedevano in questo piano piuttosto una misura di sorveglianza che di sicurezza,3 egli decise di trasformare la località di Castelfranco al confine modenese in una grande piazza d’armi. Dal 16244 erano stati cominciati, oltre a ciò, in Roma degli ampi lavori per fare di Castel S. Angelo - le cui fortificazioni risalienti in sostanza tuttora al tempo di Alessandro VI, erano insufficienti - un baluardo forte, imprendibile.5 Le opere esteriori vennero 1 Questa debolezza, secondo R. Zeno (143), si era ancora accresciuta negli ultimi tempi. 2 Cfr. P. Contarini 201 e la particolareggiata e basata su esame oculare, * “ Descrittione dello stato ecclesiastico data al S. Marchese di Pianazza», nel c-'°d. 1776 della Biblioteca civica di Trento, redatta al tempo del conflitto di Alessandro VII con Luigi XIV e contenente sguardi retrospet-t'vi interessanti sul tempo di Urbano Vili. 3 Cfr. * Avviso del 15 maggio 1624, Vrb. 1094, Biblioteca Vaticana. 1 Vedi Forcella XIII 147. s La * dicitura della « Pianta di Borgo e di Castel S. Angelo » (Barò. li. 40, Biblioteca Vaticana) suona: « Fortezza da S. S*à resa Per così dire inespugnabile». ^ASTORt Storia dei Papi, XIII. 55