Insistenze per la pace a Ratisbona. 423 ed oltre a ciò sopra un esercito leghista che doveva continuare a sussistere in forma autonoma.1 Knt naturale che le insistenze dei principi elettori cattolici, perchè l’imperatore troncasse la guerra in Italia ed entrasse con rio in migliori rapporti con la Francia, trovassero nel rappresentante del papa un zelante patrocinatore;2 giacche Urbano VIII, il 3 agosto, alla notizia della conquista di Mantova, aveva esortato l’imperatore a ristabilire la pace in Italia,3 ripetendo poi qui ;o monito anche il 17 agosto. In questo stesso giorno il p;i]>,’ rivolse simile invito a Filippo IV, Luigi XIII e al duca di Savoia.' Ferdinando II da principio era ben poco disposto ad ascoltare tali ■ mutazioni. La memoria corre agli « antichi tempi della potenza uni \ u sale dell’impero», quando si legge nella stia replica del ' ;i.insto 1630 che «l’impero romano consta dei regni Germania, Italia, Gallia e Arles, e che i vassalli italiani sono legati ad esso da un vincolo feudale pari, anzi più stretto di quello dei Tedeschi, che la Francia aveva spedito un esercito nei feudi e nelle proprie! à del sacro romano impero e con ciò aveva osato di ingerirsi nella uiurisdizione imperiale, e che i principi elettori, secondo gli staniti e l’osservanza dell’impero, erano obbligati a respingere un tale attacco ».5 L’imperatore non trovò con queste sue motivazioni aleni' assenso presso i principi elettori. Nel documento di risposta, essi si esprimono molto francamente sopra la nessuna importanza del vincolo feudale dei principi italiani, e biasimano che l’impè-ratore sia intervenuto in Italia senza prima chiedere il parere ‘l''-li stati e nemmeno sentire il collegio dei principi elettori.6 Alle rimostranze insistenti del nunzio Rocci « di voler ridare la pace povera Italia», Ferdinando II aveva da prima risposto di 'oli rlo fare, ma che la faccenda non si poteva sbrigare così rapi-•iaiucnte. Anche molti consiglieri dell’imperatore, vista la eom-Parsa di Gustavo Adolfo in Germania e il fermento provocatovi ''•*1 W allenstein, inclinavano a por fine alla guerra;7 ma l’ambascia- 1 Vedi Heyne, Kurjùrstentag 88 s., 95 s. ; Riezler V 362. 3 * « Per la pace d’Italia io non lascio alcuna opportunità e faccio continuamente gli officii con chi bisogna», riferisce Rocci il 9 settembre 1630, Barb. 8967. BibliotecaVaticana. . , 3 Vedi Epist. VII, Archivio segreto pontificio. Cfr. anche ■ ‘ * ( ifra al Rocci del 3 agosto 1630, Barb. 7063, loc. cit. 1 Vedi Russo 60, 281. \ edi Heyne, Kurfiirstentag 98. * Vedi ivi. : | * In fine due o tre volte mi disse: Monsignore, faremo la pace ma non Può così in un subito. . . Molti ministri dell’imperatore inclinano alla pace '! Italia vedendo il progresso del re di Suetia et il dubio di nuove sullevationi ». ra di Rocci 19 agosto 1630, Barb. 6967, Biblioteca Vat wa n a.