544 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo VI. Le parole di Urbano Vili, dirette al conte Fiesclii, quandi > in un colloquio cadde il discorso sull’ambasciatore francese, dimostrano quanto grande fosse l’irritazione del papa. « Il re, disse, è buono, è giustissimo, è integerrimo, ma ha dei ministri che il loro procedere è peggio di quello dei barbari. Noi non procuriamo d’inquietare il suo governo e così crediamo che nemmeno Sua Maestà vorrà permettere che venga inquietato il Nostro Quando questo discorso venne rapportato al D’Estrées, questi accusò il papa d’aver fatto dell’ironia sul conto del re e di essersi lagnato di Richelieu.1 Il contegno del D’Estrées in Roma divenne sempre più intollerabile. Nell’aprile 1641, egli accusò il cardinale Antonio Barberini di aver accolto nella cancelleria dei banditi, che avevano uccisi, un servo del suo scudiere.2 Scotti potè dimostrare a Richelieu che questa era una calunnia, poiché non si trattava di banditi ma di esiliati.® Alla fine D’Estrées stesso cominciò a sentire che la sua posizione in Roma era divenuta insostenibile. Dopo aver fatto affiggere al Pasquino e in altri luoghi una protesta per rolì'esa recata al «palazzo del suo re », egli si ritirò nel castello di Capra-rola. A Parigi si diffuse la notizia che in Roma non era più sicuro della sua vita.4 Un uomo così acuto come Richelieu non poteva alla lunpi non ammettere che un ambasciatore del taglio del D’Estrées non faceva a Roma che recar danni alla causa della Francia. ’ S’aggiunse che anche il papa si decise a cambiare la persona del nunzio a Parigi. Girolamo Grimaldi,6 nominato il 9 marzo 1641 a successore dello Scotti, era già arrivato in Francia, quando non ba per guida o per compagno altri che la stravaganza, conformement e ; Lettera autografa eli Barberini a Scotti del 27 marzo 1641, Bari. p. 297 s., Biblioteca Vaticana. 1 « * Intendo, che haveiulo N>° Sre detto al conte riescili le seguii: parole, parlando del medesimo maresciallo: Il re è buono, è giustissimo, <■ >'• ' gerrimo, ma ba dei ministri che il loro procedere è peggio di quello de bari. Noi non procuriamo d’inquietare il suo governo, e così crediamo d'1' ; meno Sua M> vorrà permettere' che venga inquietato il Nostro. Questo ' scorso ingenuo di Sua Santità è stato dal maresciallo sinistramente interpo l'11] cioè che il dire di Sua Beatitudine circa la bontà del re era stato ironico, v ole'11 _ intendere della debolezza o minchioneria, e che essendosi doluto de’ haver voluto intendere del cardinale Riclieliù ». Autografo di Barberini '1 marzo 1641, loc. cit. _ (i 2 Vedi la * Relazione Scotti del 14 aprile 1641 in Nicoletti MI loc. cit. 3 Vedi * Nicoletti VIII c. 6. 4 Vedi la * Relazione citata sopra. r mi 5 Scotti * dice in una delle sue relazioni che d’Estrées faceva addìi' odiare il re francese in Roma. * Nicoletti loc. cit. 6 Vedi Biaudet 269.