DESCLÉE & C.‘ EDITORI PONTIFICI - ROMA Ludovico von Pastor : Supplemento ai volumi I e III della Storia dei Papi dalla fine del Medioevo (secondo l’ultima edizione tedesca). A cura di Mons. Angelo Mercati, Prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano. Un volume in-8° gr. di pag. vm-512. L. 40. Mentre la Casa Desclóe continua a pubblicare nella traduzione italiana (ormai giunta al XII volume) la mirabile Storia dei Papi dalla fine del Medioevo, del compianto Ludovico Pastor, monsignor Angelo Mercati Prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano, dà, alle stampe un prezioso « supplemento » ai volumi primo e terzo della monumentale opera dello storico austriaco. Si tratta di aggiunte dovute alla scoperta di documenti nuovi, che in parte modificano, in parte confermano le conclusioni a cui il Pastor era arrivato, e ch’egli stesso aveva ripreso e chiarificato nolle successive edizioni in tedesco; mentre il pubblico italiano, naturalmente, era rimasto alla lettura della versione nella nostra lingua, fatta sulle prime edizioni. Pubblicando, in tedesco, l’ultima edizione del primo volume, il Pastor la definì un vero e proprio « rifacimento »; e nella prefazione alla nuova edizione del terzo scriveva: « La quantità della letteratura comparsa dal 1899 in poi è cosi grande, che quasi nessuna pagina del volume è rimasta senza aggiunte o miglioramenti ». Il Mercati dunque, neU’impossibilità di una compiuta rifusione dell’opera del Pastor, ha raccolto in questo « supplemento » aggiunte sostanziali. Quelle relative allo stato della decadenza urbana in Roma dopo l’abbandono dei Papi durante il periodo avignonese, spiegano, per esempio, in che modo la deploratissima « vendita » dolle indulgenze servì, di fatto, a incoraggiare con compensi spirituali, simili a quelli che la Chiesa concede a chiunque compia un’opera buona, i pii benefattori che restaurarono le crollanti o crollate chiese della Città Santa. Altre ci dànno nuovi particolari sulla curiosa commistione che avvenne nella mentalità e nello stile di dotti e artisti cattolici, di elementi cristiani ed elementi pagani, provocando gli sdegni dei « puri », fra cui il Savonarola, sul quale si conosce il troppo severo giudizio del Pastor: giudizio che tuttavia pur dopo le tante polemiche a cui dette luogo, lo storico austriaco essenzialmente conferma. Altre ci intrattengono, al lume delle nuove scoperte, sui particolari della sciagurata esistenza di Alessandro VI e del Valentino, che il Pastor giudica con cristiana libertà e severità. Infine sono interessanti in special modo per noi italiani le nuove indagini sui disegni di Giulio II, di cui il Pastor dice: « Tutto quanto egli progettava, riceveva dalla grandezza genuinamente romana, propria di questo ligure, la sua impronta. La sua ferrea volontà domava tutti i grilli e resistenze degli artisti, la sua generosità e il suo fine intendimento imposero ad essi i compiti più elevati e fecondamente influirono su di essi in modo fino allora non avveratosi. Nei dieci anni del suo procelloso governo, spesso e a lungo a causa di guerre egli fu lontano da Roma, e dovette alcuna volta ritornare quasi come fuggiasco all’Etema Città; e tuttavia riuscì a far nascere quelle immortali opere d’arte e grandiose creazioni dell’architettura, della pittura e della scultura, nelle quali risiede per non piccola parte l’incanto magico dell’Eterna Città. Nel campo dello spirito, la posizione di Giulio è grande e incomparabile, e tale da non subire influsso da qualsiasi cambiamento della storia mondiale. Che egli, in una cogli artisti, produca e compia le più sublimi creazioni della sua epoca, opere, alle quali l’antico e il nuovo mondo nulla ha da porre a lato quanto a profondamente mossa forza creatrice, che abbatta l’antica basilica di S. Pietro da lungo tempo minacciante rovina al fine di creare spazio alla sua volontà per una glorificazione monumentale; che costringa Michelangelo a cominciare e compiere il soffitto della Sistina; tutto ciò non ha affatto che gli somigli nella storia del mecenatismo principesco... ». In conclusione il volume è prezioso: nè potrà mancare, d’oggi in avanti nella biblioteca degli studiosi italiani. (Dalla « Tribuna »). Silvio D’Amico.