Galilei dinnanzi all’Inquisizione romana. 635 alle otto censure venne poi aggiunta ancora una imputazione peggioro: essersi nel 1616 imposto all’autore del libro di non tenere, insegnare o difendere in nessun modo la dottrina copernicana, altrimenti l’inquisizione avrebbe proceduto contro di lui.1 Il Galilei avere accolto questo comando ed ora averlo violato. L’ultimo punto si rivelò particolarmente infausto.2 Urbano Vili avrebbe volentieri accomodata la faccenda senza un’azione giudiziaria formale,3 ma la disobbedienza del Galilei rese la cosa impossibile. L'ulteriore procedimento dovette esser lasciato all’inquisizione. Il temuto tribunale cominciò col rendersi conto dello stato delle cose. 11 Dialogo sopra i sistemi terrestri, così venne constatato, difendeva la dottrina copernicana come verità, il suo autore era assai sospetto di adesione intima a questa dottrina ed aveva violato il divieto del 1616. L’imputato venne quindi citato il 23 settembre 1632 a comparire personalmente in Roma. Il Galilei cercò delle scappatoie, riferendosi alla sua grave età di settanta anni ed al suo stato malaticcio. Ma l’inquisizione persistette nella sua ingiunzione, trattando però del resto il vecchio scienziato con ogni riguardo. Urbano Vili gli fece raccomandare di apparecchiarsi per il viaggio ogni comodità possibile, la quarantena a causa della peste regnante in quel momento dovette essere abbreviata;4 si aspettò pazientemente, sinché alla fine egli giunse il 13 febbraio 1633 « in buona salute ».5 II Granduca di Toscana gli aveva dato lettere di raccomandazione per tutti i cardiali. Egli potè dimorare in Roma nei palazzi Firenze e Medici; due volte, per verità, dovette passare nell’edifìcio dell’Inquisi-zione,6 ma anche là il Commissario del S. Uffìzio gli mostrò ogni riguardo e gli assegnò camere comode e non serrate: egli potè ‘"ere costantemente con sè il suo servitore, che entrava ed usciva ^disturbato. * Ofr. la presente Opera, voi. XII 217. 11 Da quel che raccolgo, la maggior difficoltà deve consistere nel pretendi da questi Signori che sin dall’anno 1616 le fusse fatto un precetto, che “'"» disputasse nè discorresse di questa opinione ». Il Niccolini al Cioli in data - febbraio 1633, Favaro XV 55. Il Xiccolini al Cioli il 18 settembre 1632, ivi XIV 391, 392. * Muller 139. 5 Ivi 141. dal ? ''ell’e(liiìcio dell’inquisizione egli dimorò dal 12 al 30 aprile e di nuovo ~1 24 giugno; dal 24 giugno al 6 luglio nel palazzo Medici, il resto del dal 13 febbraio in poi nel palazzo Firenze (Favaro nell'Arch. stor. mi’ 55 aerie XXXVII [1906] 381-388; Hist. Jahrbuch XXX 626). Le age-iatìlf011'.^ Galilei erano senza esempio: «Non v’è esempio che si sian più in iriCat:* Processi di persone inquisite, che non siano state ritenute anche Crete : • • Nè meno si sa che altri, ben che vescovi, prelati o titolati, non ¡1 !'!’ 8ubito giunti in Iloina, stati messi in Castello ». Il Niccolini al Cioli ’ aprile 1633, Favaro XV 95.