132 Gregorio XV. 1621 1623. Capitolo III. nemmeno nel caso di una risposta insufficente da parte della corti spagnuola. Giacomo I tentò di guadagnare ai suoi desideri aneli< il pontefice. In data 30 settembre 1622 gli diresse una lettera reale Sua Santità, vi si diceva, farà forse le meraviglie che il re mandi per il primo ¡il papa il suo saluto scritto, nonostante le diversila in riguardo religioso. Ma tanto grande è la commozione del suo spirito per l’infelice dissidio e per lo spargimento di sangue clic negli ultimi anni hanno accumulato tanti mali sul mondo cristiano, tanto incalzante la sua cura e la sua opera quotidiana per arrestare la dilagante fiumana di tanti guai, che non può trattenersi dal rompere il silenzio e a mezzo di questo scritto pregare amiche volmente e seriamente Sua Santità di voler collaborare ad un’opera cosi degna di un principe cristiano tanto pio. Tale pre ghiera egli rivolge, tenendo presente il fatto che entrambe le parti adorano la stessa santissima Trinità e attendono la salvezza solo dal sangue e dai meriti del medesimo Signore e Salvatore, Gesù Cristo. Questa lettera, benché direttamente non vi accenni, sembra tuttavia riferirsi anch’essa all’affare del matrimonio. Giacomo evi dentemente pensa che se il papa concedesse la dispensa, ne ri sulterebbe un avvicinamento politico fra Spagna ed Inghilterra, e con ciò un ristabilimento del Palatinato e la fine dello spargimento di sangue e la pace universale. Frattanto i due giovani, il cui futuro matrimonio teneva in sospeso le corti di Roma, Madrid e Londra, erano cresciuti tanto da poter essi stessi dire una parola sul loro destino. L’infante Maria, eternata nei suoi esteriori lineamenti dal Velasquez,1 aveva 17 anni. Si vantava il suo portamento dignitoso e gioviale e la sua profonda pietà. Faceva per due ore intiere ed ogni giorno degli esercizi religiosi e s’accostava due volte la settimana ai sacramenti. Era particolarmente devota dell’Immacolata Concezione di Maria,* di quella grazia specialissima cioè, per la quale la Madre di Dio, per i futuri meriti del suo Figlio divino, era stata preservata fin dal primo istante della sua concezione dalla colpa originale. Vero è che questa era una devozione nazionale spagnuola, tanto che Filippo III aveva pregato il papa più volte di proclamare il dogma dell’immacolata Concezione3, ed è noto con qual entusia 1 Kitratti nel Prado e nella galleria di Berlino; vedi Justi, Die spanisvhr Brautfahrt Karl Stuart* nelle Miscellanee» aus drei Jahrhunderten spanischen Kunstlebens II Berlino 1908, 303 306 8. J Gardiner IV 378. 5IIPEEBEIA sire Legatio Philippi III et IV Catholicorum lieg um // i*/x< norum ad SS. DD. NN. Paulum PP. V et Gregoriani A'F de definiendo controversia Immaculatae conceptions B. Virginia Mariae, Lovanii 1624. Vedi L. Frías in Hazon y Fe X (1904) 21 88.; Cauchie-Maere 84 8». e la presente Oper.i vol. XII 186 88.