I/U Gregorio XV. Itt21-lfi23. Capitolo IV. vittorie dell'imperatore e della lega cattolica e nello stesso tempo, poiché stava por scadere l’armistizio coi Paesi Bassi, si doveva tentare tanto qui come nel regno di Francia di ridurre a discrezione il calvinismo. A Roma si comprendeva bene però che tutte queste grandi imprese erano possibili solo se si conservava l’accordo fra le potenze cattoliche. Una delle prime cure perciò di Gregorio XV fu quella di con-. r vare la pace fra la Francia e la Spagna, le quali minacciavano «li romperla in seguito alla questione della Valtellina.1 Il gabinetto di Parigi, che in tale questione aveva fatto per un certo periodo «musa comune con Madrid, incominciava a preoccuparsi grandemente dei successi del suo rivale e non si dimostrava disposto a tollerare che gli Spaglinoli occupassero permanentemente la Valtellina. II 1* febbraio 1W21 venne mandato a Madrid come ambasciatore straordinario Bassompierre. In questo intervento diplomatico la Francia poteva contare sull’appoggio di Venezia e del partito protestante nei Grigioni.* Il pericolo che tale cozzo di interessi politici fra le due potenze cattoliche, la cui vecchia inimicizia pareva cessata col matrimonio di Luigi XIII colla principessa spaglinola Anna, provocasse un;* complicazione guerresca ancora più grave, atterriva al sommo Gregorio XV, poiché con ciò era messa in serio pericolo non solo la tranquillità dell’ 11 alia, ma anche il progresso del la restaurazione cattolica. Gregorio XV s’era dimostrato fin da principio poco disposto a diventare uno st rumento della politica spaglinola. Subito dopo la sua elezione aveva riconosciuto le ragioni giuridiche addotte da Ve nesia per sostenere l’assoluto suo dominio nella navigazione adria-tica, ed aveva insistito che nulla fosse mutato nello stato di cose finora in vigore. A11’ambasciatore spagnuolo dichiarò che i tempi non erano fatti per attirare sulla cristianità delle sciagure ancora maggiori e che sull’incendio ardente bisognava buttar acqua, non legna.* Infine benché in Roma molti sconsigliassero il papa dall’in* gerirsi nella pericolosa questione,* egli che come nunzio aveva visto coi propri occhi gii orrori della guerra nell’Italia setten- più. * Mi» ci rontldwmo che al tempo di 8. M<* non «aremo cosi poveri di aio*' ni* coni costretti a »tare nulle dite««'. an*i dobbiamo delle sue vittorie et della divina beneditene, che la cuopre et protege, sperare felicitimi avvenimenti * ( /in rii. 5232, Biblioteca \ a ti c u il a). Poi il passo riportato dal KOLUUMH (.Irto 59) su quanto «> »lato già ottenuto. * t’fr. la preeente Opera, voi XII. p. 321. _ * Vedi Bori, lleprtsenl. dipi. Ili 40«; cfr. ZkLUER, I* rnnnrttthlr de 1.«**** 175*., *ulla missione di Hassompierre. ’ \ edi la relazione degli ambasciatori di obbedienza veneti in Bakomi-Bekciiet, Italia I 127; ZwtRDUntCK-81'DBNnoRST, Poi UH Yenedig* I 201. ♦ Vedi Acearioius • Vita Oregorii XV |ib. Ili c. 4. Archivio B o n -compagni in K o in a .