Divisione del lavoro nella congregazione di Propaganda. 105 renze da loro dipendenti si congiurasse contro la loro persona e i loro Stati o si trattasse dei modi di subornare le popolazioni o d’altre materie politiche, conveniva rilevare che non si pensava affatto a costituire tribunali o esercitare una giurisdizione civile o comunque a metodi violenti, ma solo a convertire gl’infedeli col mezzo della carità e della dolcezza, colla predicazione, coH’istruzione, coll’esortazione, colla preghiera, coi digiuni e colle limosine, coi sacramenti, colle suppliche e colle lagrime, senza chiassi nè clamori.1 Il 17 gennaio i generali dei Gesuiti e degli altri Ordini vennero invitati ad obbligare i loro missionari a riferire periodicamente sulle loro missioni. Sulla fine dell’anno la Congregazione allegando la prima circolare si rivolse a tutti i vescovi, affinchè questi, emulando lo zelo del Supremo Pastore, esortassero i loro fedeli a sovvenire le loro missioni con importi in denaro, con consigli e con commendatizie scritte.2 La questione finanziaria, discussa in tutti i suoi dettagli nella seconda seduta, trovò, coll’aiuto «lei papa, una felice soluzione. Oltre il contributo delle tasse per gli anelli dei cardinali, Gregorio XV assegnò alla sua istituzione altre notevoli entrate dalla Camera e dalle tasse di canonizzazione, ed ancora numerosi importi dalla sua cassetta privata, così il 5 novembre 1622 10.000 e il 21 dicembre 13.000 ducati. A ciò s’aggiunsero ancorala donazione di un palazzo del valore di 10.000 scudi e le cospicue elemosine raccolte dal carmelitano Domenico di Gesù Maria.3 Il procedimento d’affari di Propaganda si svolse dapprincipio nelle stesse forme osservate ancor oggi: una o due volte al mese si discuteva e si deliberava in base a quanto riferiva il relatore sulle corrispondenze ricevute e il segretario, dietro a tali decisioni, formulava le risposte. Il segretario riceveva la corrispondenza in arrivo, la esaminava e la muniva di una piccola nota sul retro. Se la cosa era di poco momento, la sbrigava egli stesso, altrimenti veniva portata in Congregazione, ove riferiva il cardinale competente e la Congregazione decideva in base alle facoltà concesse dal pontefice. Se queste non erano sufficienti, la vertenza veniva aggiornata fino alla Congregazione da tenersi in presenza del papa e in questa veniva risolta. Ma anche i decreti della Congregazione dei cardinali avevano, sotto certe condizioni, valore di costituzioni apostoliche.4 Fino dove arriva secondo la bolla di fondazione la competenza di Propaganda ? Essa ha l’esclusivo potere di governare i territori 1 Vedi Collectanea I, 1 ss(; Kollmann. Acta I 1 ss. 1 Vedi SCHMIDLIJi loc. cit. 6 s. * Vedi ivi 12 e Zeilschr. fur Missionstcins. 1924, 58. ' Cfr. Kollmaxn praefac. v sg.