656 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo Vii. scovi diocesani e assoggettata alla direzione unitaria di un prelato; le nuove superiore, però, non avrebbero dovuto esser nominate dal re, ma scelte dalle monache.1 Dopo lunghe pratiche lo Zamet ed Angelica ottennero nel 1627 da Urbano Vili che i due monasteri fossero assoggettati ai vescovi diocesani Gondi di Parigi e Zamet di Langres.2 Le superiore di Tart e di Port-Boyal deposero ambedue il loro ufficio, e ne subentrarono al loro posto altre, elette col permesso regio dalle monache, e che duravano nell’ufficio tre anni.3 Ora Angelica era una semplice monaca come le altre; ma non 10 rimase a lungo. Lo Zamet avrebbe fatto volentieri della riunione dei due monasteri di Tart e Port-Eoyal la base di un’ampia fondazione d’Ordine per l’adorazione perpetua del Santissimo Sacramento.4 Il piano non riuscì, ma nel 1633 sorse a Parigi coll’approvazione papale un monastero collo stesso scopo, la cui prima superiora fu Angelica.5 L’alta direzione del nuovo istituto doveva essere nominalmente degli arcivescovi di Parigi e di Sens e del vescovo di Langres; ma di fatto fu il solo Zamet a tenerla.' La nuova fondazione naufragò solo dopo cinque anni, in gran parte per un incidente che ebbe la sua importanza anche per la storia del giansenismo. Il culto del Santissimo Sacramento, nella forma in cui si manifestò colà, sembrò prendere delle vie strane. Si diffuse dal monastero un opuscolo, il cosidetto Rosario segreto del Santissimo Sacramento, prima in copie manoscritte, poi anche per la stampa, in cui vengono venerate sedici qualità del Salvatore presente nel Sacramento, ma fra queste neppure una delle qualità di Cristo, che per l’appunto rifulgono di più nel-l’Eucarestia, come la sua umiltà, condiscendenza, bontà; si psi'Ia solo dei privilegi più elevati della sua natura divina: la sua santità, indipendenza, incomprensibilità, inavvieinabilità; viene espresso 11 desiderio, che ogni altro essere scompaia innanzi a lui, come ogni luce innanzi a quella del sole; si sente parlare della sua libertà, in forza della quale egli non ha bisogno di badare a riguardi di misericordia ed ai meriti degli uomini: l’anima, Pel onorare la sublimità di Cristo, deve piuttosto desiderare di es^i respinta e dimenticata, che presa in considerazione da lui.7 Ancu se da queste oscure espressioni si poteva forse ancora ricavan 1 Prunel 209. 2 Ivi 225. 3 Ivi 229. 4 Ivi 208; Mém. de Port-Boyal I 422, 426. 6 Prunel 236. 6 Ivi 238. T!^r. 7 Ivi 242-248; Bremond IV 202-211; Arnauld, Œuvres 575-588. ^ nauld (585) sembra dire, elie l'opuscolo fu diffuso solo manoscritto, ‘ contrario lo Zamet in Prunel 246, n. 11; Batterel II 161 s.