La nomina cardinalizia del 13 luglio 1643. 717 Dopoché nel 1642 morirono ancora altri cinque cardinali, e al principio del 1643 un sesto, Urbano Vili procedette il 13 luglio 1643 alla sua ultima nomina cardinalizia. In essa fui’ono innanzi tutto rimunerati colla porpora una serie di diplomatici, pontifìci, tali t esare Facchinetti, dal 1639 al 1642 nunzio a Madrid, e il suo successore Gian Giacomo Panciroli ; inoltre Lelio Falconieri, destinato nel 1635 nunzio a Bruxelles, ma non accettato dal governo di là, Gaspare Mattei, dall’agosto 1639 nunzio presso l'imperatore Ferdinando ITI, Girolamo Grimaldi, dal marzo 1641 nunzio a Parigi, e Carlo Rossetti, il rappresentante del papa al congresso della pace a Colonia. Dovettero la porpora alle loro strette relazioni col papa il segretario di Stato Francesco Adriano Ceva, il maggiordomo ed amministratore delle sostanze dei Barberini Fausto Poli ed il maestro di camera Antonio Giori. Si aggiunsero a questi, oltre il gesuita Giovanni de Lugo, dotto non meno che umile, ed Achille d’Estampes, noto sotto il nome di cardinale de Yaleneay, il quale aveva reso grandi servigi nella guerra di Ca--tro, ancora una serie di uomini distintisi nel servizio di corte e nell’aih ininistrazione, e cioè i romani Giambattista Altieri, Mario Teodoli, Angelo Francesco Rapaccioli, Vincenzo Costaguti, Paolo Emilio Condinini ed il genovese Gian Stefano Donghi.1 È stato sempre difficile per i pontefici soddisfare nelle nomine ‘ «linaiizie i desideri dei diversi governi. Anche Urbano Vili lo ha sperimentato più di una volta. L’imperatore rimase dispia- wtelligente de’ negozii e di lettere mediocremente »; il Maculano ama i suoi drenti più di quel che convenga ad un religioso; il Peretti è divenuto cardinale l"'r >1 favore dell’ambasciatore spagnuolo; il Gabrielli è « intelligente e capace negotii», così pure l’Orsini. Archivio segreto pontificio A1 «. p. 239 s. 1 Vedi Ciaconius IV 617 s.; Cardella VII 21 s. Sul Costaguti quale ■‘"‘atore di musica vedi Ambros IV 340. Di F. Poli la * caratteristica citata '!" a aspramente: « di nessuna letteratura, incapace e giovane, e non ha j! ro merito che di essere accetto a tutti Barberini liavendo loro ministrato ‘ "'frate11 • Del Lugo (cfr. Freib. Kirehenlex. Vili2 284 s.; Sommervogel ’ 170s., ix 619 s.) vi si dice: « La nuova del cardinalato li fu portata mentre 11-i nel refettorio, et all’aviso venne preso, ma si riebbe subito » (Archi--¡l0 seffreto pontificio loc. cit.). Il Luqjo (vedi Astràin V 82 s.) j res® arjclie assai benemerito diffondendo il chinino quale contravveleno contro ^11 aria; cfr. l’articolo di A. Cautezza nel Corriere d’Italia del 4 ottobre 1925. 'arr '^avorev°l|rifinte giudica di Poli, Ceva e Giori anche il * Discorso dei p ,t Papabili, del 1644, nel Cod. 20 dell’ Archivio Boncom-Roma . Nella sua opera priva di critica sopra Clemente XIV p'nil'ElX*'* sostiene l’esistenza di una medaglia di Urbano Vili con la legna^3' ■^ou vos me elegistis, sed ego elegi vos », con il che si sarebbe accendine t tUttÌ * cardinali, che lo scelsero, erano morti. Questo dato è completi Pa \ errato> Perchè alla morte di Urbano Vili vivevano ancora 7 cardinali sorj ?-° ' e un cardinale di Gregorio XV; si aggiunga che anche al Marti-) n°n è riuscito di trovare una simile medaglia.