Il Bernini. 935 alla chiesa universitaria di S. Ivo la forma di un’ape in onore di Urbano Vili.1 Anche all’esterno dell’Università si pose l’arnia del papa con una iscrizione. Anche fuori di qui le api dei Barberini s’incontrano molto frequentemente da chi va in giro per Roma, giacché il mecenatismo artistico del coltissimo papa fu assai più splendido ancora di quello letterario.2 9 Con Urbano Vili comincia il periodo più florido del grande Barocco romano. Egli aiutò il pieno trionfo di questo indirizzo con gli incarichi monumentali da lui commessi, e gli procurò un dominio quasi esclusivo per circa un secolo intero.3 Come Giulio II sortì in Michelangelo un Titano di una multilateralità inaudita, così papa Barberini ebbe per l’esecuzione dei suoi piani in Lorenzo Bernini un maestro di prim’ordine, cui Dio aveva elargito immensi doni. Egli che già da cardinale era stato in rapporto con tanti artisti,4 riconobbe fin d’allora, coll’acutezza di sguardo che gli era propria, il più grande e geniale di tutti nel Bernini. Divenuto papa, lo trasse nel circolo dei suoi familiari più intimi e lo ricoperse delle manifestazioni del suo favore. Una volta egli andò a visitare anche il maestro nel suo palazzo di via della Mercede, ciò che più tardi fu immortalato colà da un affresco.5 Nella prima udienza che gli concesse poco dopo l’elezione, egli lo salutò colle parole significative: È gran fortuna, la vostra, o cavaliere, di veder 1 Ratti, Notizie d. chiesa interna dell'Archiginnasio Romano, Roma 1833, 19 s. Cfr. sopra la nuova costruzione Pollak-Frey 159 s. 2 Cfr. il giudizio del Reumont III 2, 702 e di Isidoro del Lungo, Dino Compagni I 2, 771. Dei contemporanei vedi anche A. Taurelli, Heros in eolio divinitatis sive de rebus gestis Urbani Vili, Bononiae 1639. 3 Vedi Escher, Barock 20. Secondo 1 ’* Avviso dell’11 settembre 1624 Urbano Vili pensava allora a sopprimere i « Camerieri secreti di spada e cappa parendogli superflua questa spesa », mentre al tempo stesso faceva tenere una congregazione dei « camerali » per pagare tutti gli artisti, che avevano lavorato sotto i suoi predecessori, il che avrebbe importato 100.000 scudi (Urb. 1094, Biblioteca Vaticana). Sullo stato maggiore di architetti di Urbano Vili e i loro stipendi vedi O. Pollar nella Zeitschr. f. Cesch. der Architektur III (1910) 207 s.; sugli stipendi del Bernini vedi Reperì. /. Kunst-wissensch. XXXII 254 s. 4 Cfr. 0. Pollax, Kiinstlerbrieje, nel Beihejt zum Jahrb. der preuss. Kunst-samml. XXXIV (1913). 5 Via della Mercede Nr. 11. Cfr. Muiioz, La casa del Bernini e i suoi dipinti, in L'Arte XIX (1916) llls. La casa appartiene adesso alle Dames de Sion; vi ha abitato anche Walter Scott. L’iscrizione relativa, posta nel 1898 sulla casa contigua, ha un collocamento sbagliato.