Introduzione. 11 nei Paesi Bassi spaglinoli e nella Svizzera; qui il papa trovò in Pietro Canisio e in Francesco di Sales strumenti eletti per i suoi sforzi riformatori. Il gran rivolgimento compiutosi nel mondo cattolico durante la seconda metà del secolo XYI appare chiaramente nel Giubileo universale celebrato l’anno 1600. Cento anni prima la Roma di Alessandro VI aveva suscitato uno scandalo spaventoso, mentre adesso si vide il papa imitare l'umiltà del Salvatore lavando i piedi dei pellegrini e ascoltando come un prete qualunque le confessioni dei penitenti. Il milione di pellegrini che trassero per il giubileo alla città eterna, tornarono a casa edificati e pieni di entusiasmo per la fede. Non meno dell’andamento dell’anno santo destarono liete speranze le notizie che il papa riceveva dai paesi di missione. Il geniale gesuita Matteo Ricci aveva dischiuso al cristianesimo l’impero cinese; la Chiesa faceva progressi alle Filippine, in Persia, in Abissinia, nell’Africa occidentale, nell’America centrale e meridionale. Clemente Vili fece ora il primo passo per dare alle missioni. in conformità col carattere universale della Chiesa, un punto centrale in Roma, creando per ciò una speciale congregazione, che precorse quella di Propaganda. Clemente Vili, al pari della maggior parte degli altri papi riformatori (solo Paolo IV e Pio V fanno eccezione in proposito), spiegò un vivo zelo nei suoi sforzi per promuovere la scienza e l’arte. Egli contribuì energicamente allo sviluppo della Biblioteca Vaticana e deH'Università romana, e nel conferire dignità ecclesiastiche preferì i dotti. Nulla rivelò più chiaramente il suo interesse per la scienza del fatto ch’egli accogliesse nel Sacro Collegio i due maggiori dotti di quel tempo, Bellarmino e Baronio.1 Il nome di papa Aldobrandini è anche congiunto con Torquato Tasso, nella cui « Gerusalemme liberata » si rispecchia il rinnovamento della coscienza ecclesiastica. E un fenomeno raro nella storia una successione continua di reggitori perseguenti uno stesso scopo con tale energia e conseguenza, come i grandi papi dell’età della restaurazione cattolica. L’indirizzo unitario, rivolto alla riconquista dell’antico terreno cattolico perduto, che specialmente da Gregorio XIII in poi pervade l'azione degli investiti della Sede di Pietro, caratterizza anche il lungo pontificato di Paolo V (1605-1621), e raggiunge il suo punto più alto in quello del suo successore Gregorio XV. Il papa Borghese, il cui unico lato debole fu la premura eccessiva per i 1 « All’opera di controversia del Bellarmino ». giudica il Gothein (Reformation und Qegenreformation II, Monaco 1924, 100), «il protestantesimo non aveva nulla da contrapporre ». Lo stesso vale per gli Annuii del Baronio, che gli hanno procacciato il nome di: padre della moderna storiografia della Chiesa.