Documenti inediti e comunicazioni d'archivio. N. 26, a. 1632. 1031 delli sudetti negotii. E nondimeno comporterà S. Mtik che, invece de’ cattolici, un heretico vada a poco a poco serrando et occupando i detti passi e rinchiudendo la Francia d‘i maniera, che nè S. Mtà possa soccorrer i suoi amici, nè questi ricorrere alla Mtà Sua. Ohe lo Sveco aspiri a tutto suo potere alla occupatone di detti passi, è chiarissimo, e si sà l’animo che liebbe et ha d’impadronirsi dell’Aflsatia e di Brisac, per possedere anco il passo del Tirolo, le ambascerie inviate a Svizzeri, tanto cattolici quanto lieretici, per metter il pielite ne’ passaggi delle Alpi, e le occupationi di tanti luoghi lungo il Eeno, per le quali il medesimo Be christm0 s’è tirovato impedito dal poter mandare aiuti a qualche Elettore e principi cattolici, benché non le sia mancata la volontà e ’1 desiderio di farlo. Similmente s’è manifestamente scorto l’animo suo d’occupar Confluenza e quinci Colonia e quegli aditi che dai paesi di Fiandra portano dentro la Germania, e tutto per chiudervi ogni strada alle due più potenti corone del christianesimo cattolico. Se dunque è vero, come è verissimo, che lo Sveco e gli lieretici hanno fondati i loro disegni sopra la disunione e discordia de’ principi cattolici, e col medesimo fondamento attendono a proseguire, non vi è altro rimedio che l’unione delli animi e de5 voleri de’ meidesimi principi cattolici per sovvertire i disegni de’ nemici e sottrarre il fondamento ai loro pensieri e machine, su le quali è da credere fabrichino gagliardamente le loro speranze gli Ugonotti di Francia, quali, abbattuti con tanta gloria sua dal Ee christmo, pensano a risuscitare il loro partito con la vicinanza dello Sveco, e fin d’adesso è verisimile che ne concepiscano ardire, e tanto più vedendo in piedi le dissensioni della casa reale. Le quali considerationi maggiormente devono muovere il Ee christmo a giuntarsi con l’imperatore e co’ principi cattolici, sicome dall’altro cauto li Spagnuoli devono ainch’essi tor le difficoltà della detta unione, considerando l’audacia che s’acarescerà all’heretici de’ Paesi Bassi e della Fiandra, se le prosperità di Gostavo camineranno avanti . ... A molti vien idato a credere che il Papa possa dar monti d’oro per la guerra contro gli heretici e che per poca volontà e non per impotenza nieghi di farlo. Bisogna dunque metter loro avanti gli occhi il piccolissimo dominio temporale e le pochissime rendite della Sede Apostolica a petto di quelle di altri potentati cattolici; l’impegno delle entrate fatto non da lei sola, ma dalli antecessori di S. Stà; le spese gravissime e necessarie dal principio del pontificato fino a questo giorno et che tuttavia continuano: la desolazione estrema della povera Italia per la guerra e per la peste. E con tutto ciò altri pontifici passati in simili occorrenze non hanno fatto più di quefllo che hoggi fa la Sua. Che il danaro di Castello non si è voluto toccare da altri Papi in smaglianti bisogni, nè si può senza periurio, nè meno senza pericolo, per i grandi richiami de’ popoli; e che finalmente la S. Sede per le isudette strettezze, in che si trova, non ha altro sangue che iil detto danaro, et è anche poco per ogni necessità propria che gli avvenisse. Similmente quanto alle leghe o c-onfederationi, che S. Beatne manda a posta i Xuntii per unire i principi cattolici insieme contro li heretici, che questi uffitii gli han sempre fatti i suoi ministri e che ella non ha ricusato mai di impiegairvisi, mentre si fussero fatte propositioni, che