Gli affreschi del Domenicliino in S. Andrea della Valle. 965 capolavoro, a cui attese dal 1621 in poi,1 il Lanfranco superò « tutti i tentativi analoghi del periodo immediatamente precedente, nel calcolo consapevole della veduta in lontananza e dell’adatta-mento alle proporzioni architettoniche date, nella maniera di dipingere a larghi tratti, che riuscì a combinare masse potenti di ligure in un quadro d’insieme, d’illusione perfetta ».2 Alla fine del giugno 1627 il papa visitò questa creazione ultima della pittura decorativa.3 Il Lanfranco dipinse anche il quadro per l’altare di sant’Andrea Avellino; il santo, toccato alla messa in S. Paolo a Napoli dal colpo apoplettico, guarda al cielo, da cui gli angeli gli volano incontro.4 Quasi contemporaneamente (1624-1628)5 si ebbero, per incarico del cardinale Peretti Montalto, gli affreschi del Domenicliino per la volta del coro e i peducci della cupola della stessa chiesa, i quali fecero epoca « per la combinazione assolutamente naturale dell’effetto architettonico d’insieme, unito alla efficace e semplice sobrietà delle singole rappresentazioni ed alla concezione precisa di ciascun momento drammatico ». Si è rilevato con ragione, che l’opera del maestro appare ancor più meravigliosa, ove si considerino le proporzioni gigantesche di S. Andrea della Valle, specialmente l'altezza straordinaria della volta del coro.6 La membratura architettonica prescriveva la divisione: nel mezzo dell’arco della cupola si vede in uno splendido paesaggio, Giovanni Battista, che indica il Messia, l’Agnello di Dio, ai futuri apostoli Andrea e Giovanni (Giov. 1, 35 s.). Dei triangoli della calotta, quello di mezzo mostra, pure in uno splendido paesaggio, la Vocazione dei pescatori Pietro e Andrea da parte di Cristo all’apostolato, quello di destra Andrea portato dai soldati al patibolo, quello di sinistra il martirio dell’Apostolo; sopra nella lunetta è la sua ascensione al cielo.7 Tra le finestre il Domenichino 1 Cfr. Ortolani 11, 17. 2 Vedi Posse, Sacchi 20. Cfr. Posse, Deckenmalerei 115, 146. 3 L’ * Avviso del 30 giugno 1627 (Urb. 1097, Biblioteca Vati-c a n a) riferisce, che lunedì il papa ha esaminato la cupola di S. Andrea della ' alle, di cui era terminata la decorazione pittorica « con bellissime figure 'ascensione della B. M. V.) ». In conseguenza non può essere esatto l’anno 1625 dato dal Passeri (138) per il discoprimento dell’Assunzione di Maria 'lei Lanfranco, e accettato anche dall’Ortolani (17). Riproduzione in Orto-Lani fìg. 5. 4 Vedi Ortolani, fìg. 17.' ^ edi Boni, 8. Andrea della Valle 21. ^ edi Voss, Malerei 510. 7 Vedi Serra 74 s. L’Ortolani (nelle sue osservazioni a fig. 8s.) crede, ^he il piano primitivo per la decorazione della volta del coro derivi dal Maderaa. ® splendide decorazioni in stucco sono opera dell’Algardi. Riproduzioni degli affreschi del coro del Domenichino, migliori di quelle dell’Ortolani, sono in 'oss, Malerei 204-207.