Ma non sia ch’altro più il labbro dica, Non più d’amante nome o d’amie.* In mia risooni mesta favella: Sempre sorella, sempre sorella. D’amor fraterno vestigii io trovo Tra i fiori e l’erbe del maggio novo, L’aura che a’salci lambe le chiome Ripeter parmi quel caro nome, Cantar volando la rondinella : O mia sorella, o mia sorella! O il dorso prema d'agil destriero, O l’onda solchi su pin leggiero Fra 1’ acque e il lido, tra l’ùra e i rami Non cessa istante eh’ io te non chiami ; Sempre un intenso desio t’ appella : Vieni, o sorella; vieni, o sorella. Quando fortuna bieco mi guata, A te pensando, sorella amata, L’alma languente lena ripiglia; £ dico: bruna gli occhi e le ciglia, Bruna del crine le spesse anella, Ho una sorella, ho una sorella. Dacché la madre mi fu rapita Per sempre tolto dalla mia vita Credei l’alletto dolce e perenne Che m’ebbe in cura, che mi sostenne; Ma quell’ affetto mi rinnovella La mia sorella, la mia sorella. Deh! quando il giorno temuto arrivi Che di tua cara vista mi privi, Prima che il labbro divenga muto Possa l’usato darti saluto, E sia l’estrema mia voce quella : Addio sorella, addio sorella!