La pace di Ratisbona (13 ottobre 1630). 425 zioni1 del quale si era arrivati all’intesa. Il primo articolo diceva che la Francia non appoggerebbe in nessun modo i nemici dell’im-peratore e dell’impero e viceversa: l’imperatore prometteva d’investire di Mantova e Monferrato il duca di Severa appena avesse fatta ammenda; gli altri pretendenti, i duchi di Savoia e Guastalla, sarebbero stati accontentati con danaro.2 Il nunzio papale Bocci temeva che gli Spagnuoli potessero ancora, turbare l’opera di pace,3 nè d’altra parte si fidava di padre Giuseppe.4 In Roma invece regnava la gioia più fiduciosa, che trovò la sua espressione in un graffito di un palazzo, rappresentante il papa che colla sinistra metteva le mani di Luigi XIII in quelle di Ferdinando II e levava la destra a benedire.8 Infatti Urbano VIII guardava pieno di fiducia all’avvenire. « La gioia e il giubilo del Santo Padre, si legge in una lettera del Barberini a Massimiliano di Baviera, sono inesprimibili ».6 II papa attribuì l’esito felice in primo luogo al duca bavarese, intorno al quale, di fronte al suo rappresentante romano Crivelli, si espresse nei termini più lusinghieri. All’osservazione di Crivelli che Sua Santità di qui innanzi non doveva contare il suo pontificato secondo gli anni passati, Urbano VIII rispose: « Si, l’ho incominciato oggi, la mano del-l’Ounipotente ha causato questo mutamento ». Viaggiando verso Palestrina e stando seduto nella carrozza, compose dei versi sopra la felice conclusione della pace.7 A Roma diede l’ordine di fare manifestazioni di gioia. Il 28 ottobre egli celebrò in S. Maria Maggiore una solenne funzione di ringraziamento, dopo la quale i cardinali gli presentarono le felicitazioni.8 In quei Stomi vennero mandati speciali Brevi di ringraziamento all’impe- 1 II 5 ottobre 1630 Urbano Vili rivolse a Ferdinando II due * Brevi, jj 1“ «de Italiae pacis stabiliendae proxima spe ». Il 2° per raccomandare 1 investitura di Nervers con Mantova e il Monferrato. Il 29 ottobre partirono <*<“i * Brevi all’imperatore, a Massimiliano di Baviera, ai principi elettori ecclesiastici ecc. coll’esortazione di voler promuovere alla dieta di Ratisbona il ristabilimento della pace in Italia. Epist. VIII, Archivio segreto Pontificio. a Vedi Siri VII 230 s. 3 Essere l’ambasciatore spagnuolo pieno di dolore per la pace, « onde è da dubitare che i Spagnoli possino trovarci qualche oncino da disturbarla». Cifra 14 ottobre 1630, Barò. 6967, Biblioteca Vaticana. 1 Cfr. la * Relazione cifrata di Rocci del 22 ottobre 1630, ivi. ^ edi Justi, Velasquez I3 295 s. “ Lettera in data 26 ottobre 1630, in Gregorovius, TJrban Vili, 118 s. ) edi la * Relazione di Crivelli a Grigli del 2 novembre 1630, A r -cu iv io di Stato in Monaco, usufruita da Gregorovius 19-20. Breve di ringraziamento riprodotto dal: Gregorovius a p. 117 s., come risulta chiaramente dal testo, non appartiene all’anno 1630, ma al 1631. Anche l'ii si conferma l’aspro giudizio di Pieper (Hist.-polit. Blàtter XCIV 472 s.) 811 lavoro del Gregorovius. \ edi la * Relazione nel Diarium P. Alaleonis, Biblioteca Vati-a&a. Cfr. I’* Avviso 30 ottobre 1630, ivi.