Urbano Vili e G. Ciampoli. 913 gloria. Il papa lo onorò componendo egli stesso l’iscrizione sepolcrale del Chiabrera.1 Il nobile scopo, che Urbano Vili ebbe innanzi agli occhi nel favorire la poesia, di avviare l’arte poetica a un più degno indirizzo, fu la norma così del Chiabrera, come del fiorentino Giovanni Ciampoli, già per tempo entrato in relazione con Maffeo Barberini.2 Il Ciampoli, che, secondo l’espressione del Bentivoglio,3 aveva succhiato la poesia col latte materno, sbandì, come dice il suo amico Pallavicini, ogni sconvenienza dalle sue poesie, e cercò che la sua lira avesse più di quella di Orfeo dimora in cielo. Sebbene al Ciampoli non riuscisse del tutto di tenersi libero nelle sue poesie dall’apparato mitologico tradizionale, tuttavia la sua Poetica sacra si oppose almeno teoricamente all’antica mitologia classica e, praticamente, alla sua sconfinata invadenza.4 Allorché nel 1623 Urbano Vili l’ebbe nominato segretario dei Brevi, sembrò arridergli una carriera splendida come precedentemente a Silvio Antoniano. Il suo carattere però, come il suo stile, differivano completamente da quello del suo grande predecessore: i suoi Brevi erano piuttosto poesia che prosa.5 Il Ciampoli progredì nel favore del papa sopratutto per la sua opera di poeta cristiano. Egli trattò tuttavia nelle sue poesie anche la coronazione di Urbano Vili, il conflitto della Valtellina, gli sforzi papali per la pace, la caduta de La Roehelle, il matrimonio di Taddeo Barberini. Una delle sue poesie descrive la vendemmia a Castel Gandolfo.6 Le relazioni del Ciampoli col papa furono dapprincipio così intime, che i nepoti ne divennero gelosi.7 Grande, pertanto, fu lo stupore della corte, allorché il Ciampoli nell’autunno del 1632 cadde in piena disgrazia. Se n’è cercato il motivo nelle sue relazioni col Galilei. Altri credono che v’abbia contribuito la maniera orgogliosa, arrogante, colla quale il rappresentante massimo dello stile ampolloso, sovraccarico, criticava poeti insigni come Orazio e Virgilio. Ma la causa vera della caduta fu che il Ciampoli, disilluso per essere stato lasciato da parte nelle nomine cardinalizie, entrò in relazione col partito del cardinale Borgia, partito di fierissima opposizione al papa. Ne sorsero incidenti già nella primavera del 1632, e questi finirono nel settembre con il congedo del Ciampoli 1 Vedi Tiraboschi Vili 283 s.; Baumgartner VI 464 s. 2 Cfr. Favaro negli Atti d. Ist. Veneto 62 (1902-1903) 8. Serie V 2, 103 s. Cfr. anche la bibliografia in Gabrieli, Carteggio 192. Un ritratto del Ciampoli in La Canonizzazione di sant'Ignazio, Roma 1923, 59. 3 Memorie 114. 4 Vedi Baumgartner VI 466. 5 Vedi Bentivoglio 117 s. e Vedi C. Pulcini, Msgr. C. Ciampoli, nella Riv. Abruzzese XXXIII, Teramo 1918, 170 s., 256 s„ 393 ». 7 Vedi Favaro, loc. cit. 111. Pastor, Storia dei Papi, XIII. 58