308 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo II. delle prebende nelle diocesi di Metz, Toul e Verdun; qui infatti, benché tali diocesi non fossero incluse nel concordato francese, si pretendeva per il conferimento dei benefìci l’assenso regio.1 Al papa piaceva molto che Luigi stesso volesse partire per l’esercito di La Rochelle e avesse scelto come reggente durante la sua assenza sua madre. Mente s’addiceva meglio al re che castigare personalmente gl’inglesi, difensori di La Rochelle, per la lesione del contratto matrimoniale. Proprio allora erano comparsi in Francia gli scritti di Pierre Dumoulin ed altri contro la Santa Sede, e Urbano Vili si compiaceva che la campagna contro La Rodi Mie distruggesse nello stesso tempo le officine onde provenivano simili attacchi.2 Circa i contributi finanziari nelle conversazioni romane si venne al risultato di seguire il consiglio di Béthune di non imporre niente al clero francese con comando, ma di rivolgergli soltanto un breve di esortazione.3 Anche Richelieu era con ciò d’accordo; come coni ro-prestazioni la Sede apostolica esigeva il libero conferimento sei benefici in Metz, Toul e Verdun, libertà per il vescovo Sponde di servirsi di alcuni religiosi della legazione apostolica, ciò che il consiglio regio gli aveva proibito di fare, punizione del Filesac per i suoi libri cattivi, ristabilimento della situazione in Verdun ove si era trattato male il vescovo ed erano stati confiscati i beni ecclesiastici.4 Mentre Urbano Vili aspettava pazientemente che gli Spagnuoli una buona volta intervenissero e i francesi erano fuori di sè per questo eterno indugio, scoppiò un pericoloso dissidio fra Richelieu e il papa. Richelieu aveva due desideri: essere nominato coadiutore dell’abate di Cluny e poter conferire i priorati conventuali come commende. Ora il convento di Cluny stava alla testa di un ramo dell’Ordine ed era cosa del tutto straordinaria che siffatte abbazie ricevessero un coadiutore del loro abate e venissero conferite come commende. Strana era inoltre la. nomina di un cardinale a coadiutore di un monaco. Richelieu s’infuriò talmente per il rifiuto del papa che al nunzio Bagno parve quasi che fosse impazzito. Bagno espresse la sua opinione nel senso che, data la potenza di un Richelieu, visto che esistevano alcuni vecchi precedenti di siffatte coadiutorie, sarebbe difficile di negargli Cluny; riguardo ai priorati invece il papa farà bene ad insistere nel suo rifiuto. 1 * A Bagno del 20 ottobre 1627 in Nicoletti 396-399. 2 * A Bagno del 4 novembre 1627 ibid. 399 s. 8 Ivi 401. 4 * Bagno il 19 novembre 1627, ivi 402; a * Bagno il 4 novembre 162 •. ivi 402, ss. Intorno agli avvenimenti a Verdun cfr. Bagno ai 15 e 22 ottobri e al 5 novembre 1627 ivi 405 ss.; a * Bagno il 17 novembre, ivi 408. 6 * Bagno il 27 agosto 1627, ivi 413 s.