La deliberazione della giunta teologica del 23 maggio 1623. 145 Giacomo desse il suo assenso, d’esser pronto a prestare il chiesto giuramento e a lasciar partire la sorella per l’Inghilterra.1 Pareva dunque che il principe fosse giunto alla mèta dei suoi desideri. Già stava per incaricare Cotton di portare in Inghilterra la notizia, quando subentrò una nuova difficoltà. Il predicatore IVdrosa ammonì il re in pubblica predica di non sacrificare la religione alla ragione di Stato; lo sposare l’infanta ad un eretico era cosa grave e più grave era ancora il giurare che un eretico manterrebbe la sua parola.2 La conseguenza della predica fu che la giunta dei teologi si radunò ancora una volta. Il 23 maggio 1623 . sa pronunciò la sua sentenza, che era sfavorevole al principe. Alfinchè Filippo IV possa prestare il giuramento con tranquilla coscienza, - essa diceva - bisogna che l’infanta rimanga ancora un ¡inno dopo le nozze in Spagna, e che entro questo tempo venga ¡•uhblicamente promulgato che le leggi repressive contro i cattolici non verrebbero più applicate, e che entro le loro case sarebbe loro concesso il libero esercizio della loro religione. Re Giacomo, il principe Carlo e il consiglio segreto dovrebbero giurare che queste concessioni non verrebbero più ritirate. Infine si dovrebbe adoperarsi col massimo impegno per ottenere l’approvazione del parlamento.3 Ma ciò era trojipo anche per il principe. Appena le ebbe udite mandò il giorno dopo Cotton a corte, colla preghiera di poter congedarsi per tornare a Londra.4 Ma nemmeno con questo intendeva di rompere. Perchè, appena gli si fece osservare d’aver promesso di voler informare della situazione il padre, Cotton dovette tenersi pronto per partire per Londra, non appena sarebbero state pronte copie degli ultimi negoziati. Carlo stesso rimase e tentò a mezzo di Bristol di far mutare opinione al nunzio Massimi e ai teologi.6 i ’iù che qualunque altra cosa prova il suo desiderio del matrimonio spagnuolo il fatto che in questo tempo si mise perfino in corrispondenza col papa. In Roma si credeva che il viaggio spagnuolo del principe deri-';ls's® dalla sua propensione per la vecchia Chiesa. Gregorio XY -li aveva perciò diretta una lettera già il 23 aprile 1623.6 L’Inghil- 1 Gardiner 48. " Della sincerità del principe nelle sue promesse così giudica il Gardiner 45): « For months he lingered at Madrid, sacrificing his country to his love, '"¡‘¡dug promises, into the full meaning of which he did not care to inquire, ■ad satisfying himself with the prospect of being able to explain them away, 1 'it any time they should prove inconvenient ». 1 ■ vrdiner V 50. Contro il matrimonio diedero il loro parere il presidente 1 '‘‘la Regia camera Roco de Campo Frio (Kilevenhiller X 278-305) e Fran-Nl" ‘'e Jesu (ivi 306 ss.); altra lettera al principe di Wales, ivi 314—326. ‘Gardiner V 51. s Ivi 53. Riprodotta in Bellesiieim, Schottland II 476 ss.; Khevenhiller X -33 ss. Pastor, Storia dei Papi, XIII. 10