Le trattative per il matrimonio ispano-inglese. 135 il no vero pensiero in argomento. È vero infatti - riferiva egli -1 < ho Filippo III non desiderava il matrimonio inglese, eccetto che . il principe Carlo fosse passato alla religione cattolica. Tuttavia si erano avviate e tirate in lungo le trattative per ottenere migliori condizioni e non mettere a repentaglio l’amicizia di Giacomo, l'cl resto, prima che la questione del Palatinato fosse risolta, un matrimonio inglese rappresentava un’impossibilità assoluta, (ilacchè era chiaro che Filippo IV non si sarebbe potuto dichiarare nit ro l’imperatore, e la decisione in favore dell’imperatore avrebbe importata la guerra coll’Inghilterra e quindi anche coll’infanta, itura regina di questo regno: nè sarebbe stato dignitoso per la Spagna fra l’uno e l’altro partito, di starsene neutrale. Un’uscita dalla complicata situazione sarebbe quella che il principe Carlo >posasse una figlia dell’imperatore e il figlio del principe elettore IVlerico venisse educato cattolicamente colla prospettiva di spo-ire un'arciduchessa. Ma questa proposta venne respinta nel Consiglio segreto e le : rattative per il matrimonio inglese continuarono. Anche Olivares, !1 (|Uale aveva già informato l’ambasciatore spagnuolo sul contenuto del suo memoriale, si comportava esteriormente come se avesse fatta propria l’opinione del Consiglio segreto. Così il 2 dicembre 'venne comunicata a Bristol la risposta alle obiezioni di Gia- • "ino I contro gli articoli matrimoniali. In essa Filippo IV rinun-•'i ' va ad una chiesa cattolica in Londra di carattere pubblico ed ae- 1 • cibile a tutti. S’insisteva invece che i sacerdoti non fossero sottoposti alle leggi inglesi; in caso di trasgressione, Giacomo li potrebbe allontanare dal suo paese ed in casi particolarmente gravi il re di Spagna non aveva nulla da obiettare contro la loro punizione. Accettata venne la proposta di lasciare i bambini reali presso la madre fino al 9° anno, pur esprimendo la speranza che si vorrà aggiungere ancora un altro anno. In quanto alla libertà religiosa, l'Ondomar proponeva che Giacomo concedesse ai cattolici piena lil>ertà di culto entro le case loro. In tal riguardo basterebbe una promessa scritta del re e del principe ereditario senza menzione "••I contratto [matrimoniale.* Bristol non era autorizzato ad aderire a ¡tali emendamenti, l'jttavia non sollevò eccezioni. Glispagnuoli d’altro canto promisero di premere sul papa, affinchè la dispensa arrivasse alla fine di marzo " durante l’aprile, cosicché prima della fine della primavera si sarebbero potute celebrare le nozze.3 Cosi Gage ritornò di nuovo a Roma e Porter a Londra.4 Intanto Giacomo I aveva già fatte 1 Goxdomar 392. •Ivi 396. •Gardiser IV 397. . . •Arrivo di Porter a Londra il 2 gennaio 1623, ivi ¿9».