Vincenzo de Paoli. 593 voglia lasciare questa povera diocesi eternamente in miseria ? Io avevo voglia di scrivere alla marchesa di Senecey, e, se ella vuole, dica alla regina che io le ho scritto e che essa di nessun'ultra cosa dovrà rendere più stretto conto dinanzi a Dio ohe di non aver provveduto i vescovadi di pastori che abbiano le doti necessarie ». E così questo mentore infaticabile s’interpone ora per questa, ora per quella diocesi,1 come pure per una serie di conventi bisognosi di riforma;2 complessivamente di tali lettere a Vincenzo, se ne conservano ancora circa una quarantina. Oltre il vescovo di Cahors si rivolgono a Vincenzo anche altri prelati, così per esempio i vescovi di Alet e del Puy ed il generale dei 1 )omenicani Tucco.3 Il più magnifico riconoscimento dell’opera di Vincenzo nel consiglio di coscienza è costituito dal fatto, che lo scaltro diplomatico che continuava l’opera di Bichelieu cercò di paralizzare l’opera sua in tale campo. Da prima il Mazzarino convocò il consiglio assai raramente, ma il 2 ottobre 1652 le cose erano ormai giunte a tal punto che Alain di Solminihac doveva esprimere il suo dolore perchè Vincenzo non apparteneva più al consiglio di coscienza.4 Egli vi aveva lavorato per un decennio e in questo periodo aveva fatto molto per il bene dell’episcopato e degli Ordini.5 Mazzarino non aveva torto di considerare Vincenzo come un avversario pericoloso della sua politica. Vincenzo veramente aveva proibito nel modo più energico ai suoi di immischiarsi in affari di Stato e anche solo di parlarne.6 Ma la politica del Mazzarino aveva anche un altro lato oltre quello politico: essa imponeva al povero popolo pesi insopportabili e danneggiava la reli--iono. Come il suo maestro Richelieu, Mazzarino poneva la grandezza politica della Francia al di sopra della Chiesa, di cui era 'ordinale; come costui egli perseguiva con passione il fine di ro-' esciare i cattolici Absburgo, senza curarsi che con ciò venisse danneggiata la restaurazione cattolica in Francia e favorita la viteria del protestantesimo nella Germania settentrionale.7 ^ incenzo e Mazzarino furono contemporanei; il ministro morì nel 1671, Vincenzo il 27 settembre 1660, dopo che i suoi più fedeli ("'laboratori Portail e Luisa di Marillac lo avevano preceduto di ]’°ehi mesi nella tomba. Più d’una volta si videro entrambi a quat- * ttt per Tuli©» ivi 24, 1 Per Bordeaux ivi II 564; per Rodez, ivi ’ . jy 219. P« Tolosa, ivi 244; cure per chi doveva succe g ? 2 Ivi li 443, 464, 563; III 238. J Ivi II 536; III 391, 394, 469. ' Ivi IV 491; cfr. 545. 5 Maynard III 404-492. , Tr s 8 A Lebreton il 28 febbraio 1640, in Cost ’ Cfr. Maynard IV 14 s. 38 Pastor, Storia dei Papi. XIII.