896 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo XI. suo discorso; il cardinale Francesco, però, non gli faceva conoseere più, per quanto era possibile, se non quegli affari, che non pregiudicassero la sua quiete. I Romani desideravano, - dopo un pomi ficaio di venti anni, che non c’era più stato da Paolo III in poi, -un cambiamento.1 Il desiderio doveva esser soddisfatto prinu di quel che si aspettava. Nel giugno .1644 si manifestò nel papa una tale diminuzione di forze da far temere il peggio. Il cardinale Francesco Barberini tenne nascosto il vero stato del paziento quanto più a lungo fu possibile. Solo quando il medico dette l’infermo per spacciato, fece venire il cardinale Antonio Barberini da Ferrara.2 Poiché v’erano allora vacanti otto posti nel Sacro Collegio, il cardinale Barberini cercò d’indurre il papa ad una nomina, nu Urbano non ne volle sapere; invece, già malato a morte comVni, pensò a tenere un Concistoro, perchè v’erano da annunciare 17 nomine di vescovi e da procedere per il cardinale Grimaldi alle cerimonie della chiusura della bocca. Contro il consiglio del cardinale Barberini il papa rimase in questa risoluzione; anch< In preghiera, presentata in nome della città di Roma, da monsignor Roscioli, di non mettere in pericolo la sua vita preziosa, non trovò ascolto. Il 1° luglio 1644 Urbano tenne, nonostante il gtan calore, il disegnato concistoro, dopo il quale venne riportato nelle sue stanze completamente esausto. Il dì seguente il papa lece chiamare alcuni teologi eminenti, da cui poteva attendersi un giudizio libero, fra gli altri il cardinale Lugo, presentò loro un elenco di tutti i benefici concessi alla casa Barberini, e li prego di verificare, se egli avesse in ciò oltrepassato i suoi poteri, perchè in tal caso egli voleva revocare tutto quanto avesse con- 1 Vedi G. B. Tarabucci, * Stato della corte di Roma nel 1643, in il Mantova 20 maggio 1643, A r c li i v i o Gonzaga in Mantova. 2 * «Era già vicino a cominciar il ventesimo secondo anno del pontili' quando negli ultimi giorni di giugno del 1644 si vide in maniera langui i destituto di forze e di vigore, che fu creduto dalla corte di Roma, che \.....| gli rimanesse di vita; anzi si divulgò sempre più, che stassi ogni giorno moribondo. Il cardinale Barberini usò tutte le diligenze possibili per li m segreta l’infermità, et in se stesso manteneva la solita et imperturbata ir.»' cliezza, et il medesimo tenore nel trattare, facendo anche spesso uscir voi > • ' Palazzo, che il Papa andava migliorando, et che fra pochi giorni farci) >' ^ ^ concistoro e crearebbe i cardinali. Quanto poi alla cura del Papa procuro, t ^ fosse esattissima, e che le stanze del pontífice si tenessero ben chiuse, ac«1 ‘M tolti i suoi più confidenti, niuno potesse penetrare lo stato della vita ili Et in questo particolare fu Urbano in tutto il tempo del suo pontificato ^ ' ben servito da suoi servitori e familiari, riuscendo pieni di fede, di segr» " e di amore verso la sua persona, onde furono anche largamente r‘nlu.IJ'Ira | -, ben provisti dal loro benignissimo e liberalissimo principe» (Nicoletti \ I p. 751). La descrizione che segue è già stata pubblicata dal Kakke (11 162*).'