Le condizioni di salute di Urbano Vili. 895 1644 riprese possesso di Castro, il suo alto signore era già sul letto di morte. Urbano Vili possedeva una costituzione di ferro: nè il peso gigantesco degli affari, nè le molte commozioni durante il suo papato riuscirono a danneggiare la sua salute. Alvise Contarmi giudicava nel 1635, che, sebbene vecchio di 69 anni, il papa era immune da ogni acciacco, in piene forze materiali e spirituali.1 Due volte, tuttavia, Urbano era stato malato seriamente, la prima in seguito alla malaria scoppiata nel conclave, la seconda nell’estate del 1637, in cui si ritenne la sua morte imminente.2 Ma egli si era poi ristabilito così compiutamente, che anche gli Spa-gnuoli dovettero adattarsi a fare i conti con una durata piuttosto lunga del suo pontificato. Al cardinale Corner egli disse nel febbraio 1639 di sentire il peso dei suoi 70 anni, ma di stare complessivamente bene.3 Anche il nuovo inviato veneziano, Nani, trovò il papa tuttora assai arzillo.4 Un astrologo portoghese gli profetò nel 1642 ancora 9 anni;5 ma questo non doveva avverarsi. Le commozioni in seguito alla guerra di Castro furono certo la causa principale, che affrettò la morte di Urbano Vili. Un inviato di Mantova scriveva nella primavera del 1644, che la forte complessione di questo vecchio settantaseienne era per verità indebolita, ma la sua freschezza di spirito rimaneva intatta, secondochè appariva nella prontezza delle sue risposte e nella non diminuita fluidità del modi, che siano leciti ad un cardinale italiano, et al medesimo s. cardinale Antonio, sia con ritenere entrate ecclesiastiche, o altra conveniente dimo-stratione. Et intanto non lascerò di servire nei particolari e nel modo, che sarà conveniente al carico et al ministerio, che esercito appresso S. B. ». Il Mazzarino richiedeva impegno scritto da parte del Barberini, con cui egli dopo la morte del papa dichiarasse di entrare al servizio della Francia, e concludeva conciò, ' che all’hora era tempo, che S. S. procurasse di recuperar il regno di Napoli, perchè da Francia gli si mandarebbe un’armata navale da poter sbarcare 6 000 combattanti » (Nicoletti, loc. cit. 736). Il Barberini si dichiarò pronto di fare « scrittura secreta », « ad esser del partito francese », e lodò l’Albani Pw non avere accolta la proposta riguardo a Napoli. Il Mazzarino fece consigliare al Barberini di cercar di staccare il granduca di Toscana dalla lega. Nelle trattative ulteriori l’Albani richiese l’impegno scritto da parte del re, nel caso gli Spagnuoli privassero il Barberini dei suoi redditi, di conferirgli questi immediatamente in Francia o in Italia (Nicoletti, loc. cit. 770-785). A questo punto ®orì Urbano Vili. 1 Vedi Alv. Contarini 366. 1 Vedi Lettres de Richelieu IV 42 s. Ivi 289: il del Bagno candidato del Ri-ehelieu per la tiara. Sulla malattia del papa, cfr. sopra p. 738. 3 * Lettera del cardinale Corner al senato, in data, Roma 12 febbraio 1639. cardinale scrive del papa: « Quanto al suo stato di sanità, io l’ho trovato “eli aspetto invecchiato, incurvato et inagrito, ma quanto alla sua vivacità, •scorso et spiriti, non mi pare che habbia fatto gran mutatione ». Archi-'10 di Stato di Venezia. 4 Nani 35. ^ edi Ademollo, Indipendenza Portoghese 36.