Sforzi del papa per la concessione dell'investitura. li>0 . ¡rtforale certo non manifestamente, ma per vie trasverse. Parli franco il nunzio, perchè qui si tratta di interessi della religione cattolica.1 Appena arrivò a Madrid il Iti dicembre 1621 Giacinto capì .tifili Roma non si vedeva troppo nero. Egli caratterizza la corte m liiiola con parole molto incisive: «Il re è un bambino, i consi-_licri sono di buoni sentimenti, ma agiscono come dei tutori clic devono sempre cavar fuori le migliori condizioni per i loro pupilli ». Olivares si sentì dapprincipio offeso, perchè gli si era manditi n un semplice cappuccino. Ma Giacinto era risoluto di fare ogni .-t'orzo per spezzare la resistenza del gabinetto spagnuolo. Come concepisse la cosa risulta da una sua lettera del 7 febbraio 1622, in cui r;ndimanda che si preghi « affinchè la bontà divina ci rivolga uno sguardo simile a quello diretto a san Pietro, perchè si tratta di por-t ne all'obbedienza delle sue Somme Chiavi molti milioni di anime, < di rinforzare in tutto il settentrione la religione cattolica e il vacillante impero.2 Giacinto, che in Àranjuez soffriva «le pene del pni-afono », insistette opportune, importune, come scriveva l’amba-" latore imperiale Khevenhiller,3 ma per quanto vi rimanesse fino a estate inoltrata, non potè ottenere una risposta del tutto sicura.4 Anche Verospi incontrava in Vienna grandi difficoltà, perchè Ferdinando non voleva fare il passo decisivo senza il consenso della 'S| <-na. Il cardinale Ludovisi si lamentava amaramente della naturale irresolutezza, per non dire debolezza dell’imperatore ».5 I-a conclusione che ebbe il 7 aprile il Verospi si fu che Sua Maestà, 'i '" cordo con Massimiliano, non si lascerebbe sfuggire occasione per dare a quest’ultimo l’investitura, appena che ciò potesse avvenire senza pericolo.6 I successi di Tilly nel Palatinato diedero di nuovo occasione a Gregorio XV di dirigere un vivace monito ;,l gabinetto spagnuolo perchè cessasse dalla sua resistenza. Tre '»■‘•.mitici eserciti, quelli del margravio del Baden, del duca di brunsvico e di Mansfeld, in tutto cinquantamila uomini, erano i distrutti in un mese. Il papa vi vide un segno manifesto della Provvidenza che la decisione va cercata colle armi, non colle l!,ative. In favore di ciò parla anche la circostanza che i protet-'"ri del Palatino ricorrono oggi non più a mezzi militari ma a quelli . ‘ '''di * lettera di Agucchi al nunzio di Spagna del 31 dicembre 1621, !l’lioteca Corsini in Roma. ' Vedi Rocco da Cesinaee II 567; 570. ■iniiales Ferdinandti IX 177 s. 1 Vedi W. Goetz loc, cit. 108. ^ ^ Vedi * lettera di Agucchi al nunzio francese Corsini dell'11 marzo 1622, " ‘ VI 16 della Biblioteca Casanatense in Roma. ' >‘di Gjndely, JJreissigjàhrig. Krieg IV’ 387.