Gregorio XV per il trasferimento della dignità elettorale. 193 non si lasciarono punto dirigere in tale vertenza dai vecchi rapporti esistenti colla Baviera, ma sovratutto da considerazioni di grado superiore. A parte la personalità del conte palatino Federico, la Santa Sede trovava insopportabile che si lasciasse perdurare il pericolo di avere durante la vacanza del trono, oltre il protestante sansone, anche un secondo protestante come vicario imperiale.1 ¡Raggiungeva ancora il vantaggio di potere, guadagnando un quinto voto, assicurare la maggioranza per un’elezione imperiale cattolica. Anche la sorte dei cattolici del Palatinato stava naturalmente a cuore al papa.2 Siccome a Roma si conosceva benissimo la promessa fatta al duca di Baviera, non c’era che Massimiliano che potesse essere preso in considerazione per la dignità elettorale vacante. Quanto la Santa Sede avesse fatta sua la causa di lui, risulta dal contegno del papa di fronte al duca Wolfango Guglielmo diiTeuburg che, quale prossimo parente della casa Simmerisk, avanzava pur lui la pretesa di avere la dignità elettorale e i paesi palatini. Per quanto a Roma si riconoscessero in pieno i meriti di questo principe per la Chiesa, e si fosse disposti volontieri ad aiutarlo, tuttavia, come risulta dall’istruzione inviata al nunzio di Bruxelles il 1° maggio 1621,3 si eia ben lungi da volerlo sostenere in tale riguardo. Del resto la questione del Palatinato poteva venir risolta Milo dopo aver decisa quella della dignità elettorale. È su questo punto che Gregorio XY concentra tutti i suoi sforzi; tutti i nunzi vengono messi in movimento. In Vienna lavorava Carlo Carafa. Da principio l’imperatore gli diede tutte le migliori speranze; ma con ciò non era in armonia il fatto che Ferdinando II differì al 30 agosto il congresso dei principi già convocato per il 24 giugno a Eatisbona. A Roma si comprese che ciò avveniva per riguardo al duca di Sassonia. Era invece indispensabile di agire subito, perchè quello era il momento in cui le armi imperiali erano vittoriose, l’unione si era sciolta e nulla c’era da temere dai Turchi. Il papa insisteva perciò presso Ferdinando perchè agisse rapidamente, cercando di accontentare il Sassone in ^tro modo.1 Per spingere alla decisione l’esitante imperatore, w egorio XV si risolse alla metà di giugno di mandare a Vienna Un ambasciatore straordinario, e affidò tale missione al celebre ed e "quente predicatore Giacinto da Casale, cappuccino, il quale 1 "iiosceva per propria esperienza la situazione tedesca e godeva la ■* Relatione del Carafa 163. r eW’ * istruzione per Carafa questi viene perciò incaricato, qualora l’Impe-« re tosse costretto a graziare Federico, di provvedere a garantire i diritti dei o ici del Palatinato, Barb. 523, Biblioteca Vaticana. « (,-'U ^auchie-Maere, Instructions 120 s. g : 1 .. r- *a * lettera a) nunzio di Spagna del 24 giugno 1621, God. 33 D. 23 della J 1 o t e c.a Corsini in Roma. P-'stor, Storia dei Papi, XIII. 13