392 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo IV. messa, dopo avere prima invitato gli Spagnuoli a desistere dalla loro impresa. Nella relazione è detto inoltre: « Il Santo Padre finora non era mai andato così avanti. La sua avversione contro gli Spa-gnuoli cresce ogni giorno. Io gli dissi che se differiva ancor;; più oltre una dichiarazione pubblica, era da temersi la caduta di rasale. Il papa non voleva ammettere ciò, sostenendo che c’erano viveri e soldati a sufficienza; comunque aggiunse che in tutti i casi si sarebbe potuto costringere l’usurpatore alla riconsegna, qualora fosse così imprudente da mettere a repentaglio i suoi possessi italiani. Obbiettai che Sua Santità dovrebbe dunque approntare immediatamente le sue truppe. Il papa rispose che ciò non era necessario, perchè era tutto pronto in modo che, in caso di bisogno, l’esercito si poteva mettere immediatamente in assetto di guerra ». Alla fine della sua relazione, Béthune osserva espressa-mente che in un adempimento delle promesse del papa si poteva sperarè solo dopo la caduta di La Rochelle.1 Nelle settimane prossime l’ambasciatore svolse un’attività febbrile per aizzare il papa anche contro l’imperatore.2 Ciò non era difficile, perchè quello che Pallotto riferiva da Vienna era davvero poco confortante. Per quanto Pallotto come pure i nunzi pontifìci in alta Italia 3 si prodigassero con tutto lo zelo per giungere alla conciliazione delle parti in conflitto, trovando anche un prezioso appoggio nel confessore di Ferdinando II, il gesuita Guglielmo Lamormaini,4 nulla si ottenne. L’impera toiv non sapeva risolversi. Da una parte era premuto dagli Spagna*'li a cui si sentiva obbligato per i grandi servizi che gli avevano reso, perchè combattesse il Nevers, dall’altra l’imperatrice interveniva in favore di quest’ultimo, mentre il papa mediante Pallotto ricordava all’imperatore i doveri della giustizia. Ferdinando II in mala parte l’atteggiamento del Pallotto, come il richiamo del nunzio alle fatali conseguenze di una guerra per gli interessi cattolici. Quando il duca di Mantova ricevette alcune truppe ausiliari dalla Francia, Eggenberg espresse la minaccia diin<>n-dare l’Italia di truppe tedesche. Di fronte a ciò, Pallotto " appello all’amore di pace dell’imperatore, e rilevò che Nevers -i serviva per la sua difesa soltanto delle sue proprie forze, dell'’ 1 Vedi in Appendice Nr. 15 la * relazione di Béthune del 7 ottobre 1"-ivi. Cfr. Appendice Nr. 56-58 su Siri. ]() 2 Vedi * lettere di Béthune a Luigi XIII, in data, Roma 1628 ottobn e novembre 4, Biblioteca di Stato in Vienna. 3 Notizie della sua relazione vien data da Kiewning nell’introduz'"11 al suo volume I. Cfr. anche Quazza, La guerra I 220 s. 4 Vedi Kiewning I lxxviii s., 135 s., 139; Duhr II 2, 700 s. (quip- 01 " un’eccellente e caratterizzante biografia di Lamormaini).