•682 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo VII. Trento è spiegata da lui in base ad Agostino ed ai Tomisti. La Bolla contro Baio è interpretata da lui come da Bellarmino, Vas-quez ed altri. Gli si rimprovera a torto di aver creduto di poter costringere la Sede apostolica a ritrattare la condanna di Baio; egli aveva semplicemente non abbandonato ogni speranza di ottenere qualche cosa d’altro, che cioè venisse dichiarato in particolare circa ognuna delle proposizioni condannate di Baio, che cosa >i dovesse giudicare di essa; finora, infatti, dalla Bolla di Pio V si sapeva solo, che a ciascuna delle proposizioni condannate competeva una o più delle censure enumerate nella chiusa della Bolla. La petizione è sottoscritta da Fromondus, Yan Werm, Pantan, Sinnich, da tre Agostiniani e da due Domenicani. Intanto l’esame dell’« Augustinus » presso l’inquisizione romana procedeva solo assai lentamente. L’ampia opera dovette per l’appunto essere passata tutta da parecchi, perchè si voleva dare un giudizio solo sull’insieme. Inoltre a Roma non si usava andare in fretta, quando si trattava di un vescovo del resto di buona fama.1 Si aggiunga, che nella redazione della Bolla si dovette aver riguardo ai Domenicani, fra cui v’era chi temeva, che la condanna di alcune proposizioni giansenistiche potesse suscitare un pregiudizio contro la loro propria dottrina della grazia.2 Le insistenze dei Gesuiti di Lovanio furono anch’esse non favorevoli al progresso dell’affare: secondochè taluni confratelli romani scrissero loro, esse facevano l’impressione, che a loro interessasse più del proprio ordine che del bene della Chiesa.3 Allorché la Bolla fu pronta, si esitò ancora ad adoperare effettivamente uno strumento tanto rigoroso e ad intaccare così sensibilmente l’onore di un vescovo morto in pace colla Chiesa. Solo la situazione di Lovanio porto finalmente alla pubblicazione della Bolla. Il 21 marzo 1642 11 m-versità aveva dichiarato, che il decreto dell’inquisizione 'i'1' 1° agosto dell’anno antecedente doveva bensì accogliersi, ma fi'11 ciò non era sua competenza, ma del l’arcivescovo o dell’mtei-nunzio.4 Quindi il giorno seguente il Consiglio di Brabante proibì di nuovo la pubblicazione del decreto, in seguito a che i protV> sori annunciarono al papa,5 eh’essi accettavano il decreto, ma 111111 erano in grado di pubblicarlo. Queste dichiarazioni non elimina]"'1" a Roma la diffidenza già esistente. Il 18 giugno rinquisizione 1 II De Lugo al rettore dei Gesuiti di Lovanio, in data 25 api' > in De Meyer 128, n. 4. 2 De Meyer 129, n. 1. • ■ r vini» 3 «Credi autem non potest, quantum id [che nelle petizioni di '°'‘)r]je si parli tanto dei Gesuiti] causae obsit ». F. Alegambe allo Judoci il 1642, ivi 128. 4 Gerberon I 50. 5 II 3 aprile 1642, ivi.