484 Urbano Vili. 1623-1644 Capitolo V. avrebbero conservato tutte le mediate fondazioni, « Stifte », ohe giacevano nei loro territori e tutti i conventi e beni ecclesiastici che avevano incamerato prima del trattato di Passavia; i beni ecclesiastici che erano venuti in loro potere dopo il trattato di Passavia fino al 12 novembre 1627 venivano loro lasciati ancora per 40 anni dal giorno della conclusione della pace. Ciò significava nè più ni* meno che la revoca dell’editto di restituzione, anche se questo non era espressamente nominato. Circa l’arcivescovado di Magde-burgo venne stabilito che esso rimarrebbe, vita naturai durante, al secondo figlio del principe elettore di Sassonia, e del pari il vescovado di Halberstadt al figlio dell’imperatore, arciduca Leopoldo Guglielmo. Circa la Lusazia, lasciata ereditariamente alla Sassonia, venne fissata la disposizione che in affari religiosi non si doveva introdurre alcun cambiamento, nè per quanto riguardava la religione cattolica nè per quello che si riferiva all'invariata confessione augustana. Circa i protestanti della Boemia e degli altri paesi ereditari austriaci, nel trattato era detto che. nonostante l’intervento del principe elettore per i suoi correligionari di colà, non si era potuto togliere alla Maestà imperiale nei suoi propri paesi il diritto del « cuius regio eius religio », come non lo si poteva togliere ai principi degli Stati protestanti nei loro territori.1 Circa la Slesia si faceva richiamo ad una risoluzione imperiale, la quale concedeva ai duchi di Brieg, Liegnitz, Wohlau e Óls e alla città di Breslavia l’esercizio della confessione augustana. qualora chiedessero perdono di tutto quello che avevano commesso, e giurassero di qui innanzi fedeltà inconcussa.2 Il Cardinal Bocci, che ancora prima di partire aveva tentato di dissuadere l’imperatore da far concessioni dannose alla Chiesa cattolica,3 aveva trovato nel nuovo nunzio Malatesta Baglioni un successore che seguiva in tutto le sue orme. Invano Dietrich stein e Pàzmànv tentarono di guadagnarlo alla loro opinione.4 Di fronte a questi cardinali, come di fronte a Quiroga e Omite. Baglioni sostenne risolutamente il punto di vista della Santi* Sede, la quale, conforme alle disposizioni canoniche della Chiesa, respingeva le concessioni ai protestanti. Oliate si lasciò in tl" trascinare dalla sua passione a tal segno, come facevano aneti' altri a Vienna,5 da insinuare contro il papa il sospetto ch’eg' fosse stato d’accordo coll’irruzione dei Francesi nella Valtellina 1 Vedi Lunporp, Acta publica IV 458 s. 2 Vedi Lünig, Beichsarchiv, Pars specialis I n. 8. 3 Vedi * Nicoletti VI, c. 1, Biblioteca Vaticana. 4 Cfr. la * Relazione di Baglioni del 3 marzo 1635, Bibli°tl1 V aticana. 5 Cfr. la * Relazione Baglioni del 28 aprile 1635, ivi. 0 Cfr. la * Relazione Baglioni del 5 maggio 1635, ivi.