La cosidetta «marcia di Worins», e l’intervento anatro-ispano. 163 garanzia la Spagna aveva fatto dipendere la ratifica del trattato: riprendeva quindi ora la sua parola. Gregorio XY si diede ogni premura per palmare le apprensioni sorte di conseguenza in Francia, ma i Veneziani vi lavoravano contro, facendo di tutto per eccitare il gabinetto di Parigi contro la Spagna.1 .Vell’ottobre del 1621, il partito d’azione dei Grigioni, nel quale «orna a distinguersi la figura prepotente di Giorgio Ienatsch, organizzò la cosidetta « marcia di Worms ». Questa avventata e provocante incursione offrì al duca di Feria ed all'arciduca Leo-poldo la desiderata occasione di prendere colle loro truppe I’offen-►iv» «la sud, da nord e da oriente. 11 22 novembre 1(521 venne occupata la città capitale, Coira. La speranza iniziale del papa che i vincitori saprebbero moderarsi non si adempì.* Questi non pensavano nemmeno di lontano a lasciarsi sfuggire di mano i vantaggi conquistati. In Venezia e a Parigi si guardava con grande preoc- < upazione a quest’aumento della potenza austro-ispana. I paesi < ¿titolici, i cui ambasciatori il 18 novembre 1621 prestarono obbe- • i lenza al nuovo papa,* non parevano alieni da tener conto delle preteso dell’arciduca Leopoldo nei Grigioni; ma erano assolutamente contrari all’occupazione spagnuola nella Valtellina.4 Gregorio credette cosi vicino il pericolo di guerra, che sulla fine dell’anno intaricò il suo nunzio di Madrid di dichiarare al governo spagnuolo « he nel caso si venisse ad una guerra, il papa si ricorderebbe di essere non itolo padre universale della cristianità, ma anche principe italiano.» All’attuazione però di tale minaccia non si giunse, perchè proprio perii papa si creò una situazione nuova quando a Feria, d’ac-cordo con l'arciduca Leopoldo, riuscì alla metà di gennaio del 1622 •li far accettare dai confederati i cosidetti articoli di Milano. In base ad <-vi, j confederati dovevano rinunciare alla Valtellina e a Bormio e tenere i loro passi aperti; in compenso ottenevano la restituzione di < hiavenna e dalla Spagna una rendita annua di 2f».000 corone. I 'altellinesi protestanti dovevano abbandonare il paese entro •Ine mesi. La valle di Monastero, l’Engadina inferiore, Davos ed il 1 rattigau cadevano sotto il dominio austriaco. Una serie di dispo-Mzinni garantivano gl'interessi del vescovo di Coira e della Chiesa ' edi la • Relazione di Paolo Savelli all'imperatore Ferdinando li • in *!* Roma 1621 «ettembre 18, Archivio di Stato in Vienna. * 'fili la * lettera di Agucchi al nunzio di Spagna del 26 novembre 1621 CW. 33. D. 23 della Biblioteca C oraini in Roma. * 'edi ladini rxr rckirrtj. iìttek. XXI 630».; cfr. Rbisb*ki»t, Korre- CoMti 79. ‘ Vedi Rrinhardt 8~- . 1 'edi la * lettera di Agucchi al nunzio di Spagna del 31 dicembre 1621. ■r, rii