La responsabilità del Riccardi nel pubblicare i Dialoghi. 633 Così il Galilei nel giugno 1631 potè esprimere la sua gioia sulla conclusione felice della cosa.1 Dopo « una infinità di diligenze » si ottenne dal Eiccardi anche l’approvazione della prefazione corretta; certo, vi si era dovuto tirare il Maestro del Sacro Palazzo per i capelli »; ma egli si lasciò tirare.2 Dopo dall’ora egli non seppe più nulla del libro, fino a che questo giunse in Eoma bell’è stampato, ed egli al principio di esso, innanzi al permesso fiorentino per la stampa, scorse con spavento anche la sua propria approvazione.3 La nuova opera non corrispondeva affatto alle esigenze, che il Riccardi nella sua lettera allo Stefani aveva posto quali condizioni per la pubblicazione. La prefazione,4 bensì, presentava il libro, del tutto secondo la richiesta fatta dal Maestro del Sacro Palazzo,5 come una difesa della proibizione dell’indice contro il nuovo sistema terrestre; gli argomenti a favore del sistema copernicano, vi si diceva, venivano esposti solo perchè si vedesse, che in Italia essi erano conosciuti, e che quindi quei divieti non erano un effetto d’ignoranza. Ma la prefazione non sta in nessun accordo colle esposizioni seguenti, in cui il nuovo sistema terrestre viene presentato apertamente come verità. Il Galilei svolge le sue idee in forma di dialoghi, nei quali le obbiezioni alle nuove dottrine sono poste in bocca ad un « Simplicio », il cui nome già suggerisce una ridicola limitatezza d’intelligenza;6 per giunta, appare estremamente verosimile, che il Galilei abbia commesso la mancanza di tatto, di far sostenere da Simplicio un’idea buttata là '^1 papa stesso.7 Il valore scientifico della nuova opera è disuguale. Dei tre argomenti portati a favore di Copernico, il secondo d terzo, dedotti dalle macchie solari e dalle maree, sono privi di (|gni valore; il primo argomento, della semplicità, colla quale le "•niplicate orbite planetarie si lasciano spiegare col nuovo si-'tema, era già stato posto da Copernico e viene solo messo dal ■alilei in una forma più facilmente comprensibile. Di assai valore 111 queste nuove esposizioni è la confutazione delle obbiezioni fi-•'H'he contro il movimento della terra, sebbene, a dire il vero, la l'Scolta risultante dalla forza di proiezione della terra roteante Il * ioli al Niccolini il 13 giugno 1631, ivi 276. 3 'I Niccolini al Galilei il 19 luglio 1631, ivi 284. ! Atti del processo, ivi XIX 326. Il nome del Maestro del S. Palazzo Il 'y1 *la ohe fare nelle stampe di fuori », disse Urbano Vili al Niccolini. l;°l'll> al Cioli il 5 settembre 1632, ivi XIV 384. . |.vi VII 29 s., trad. tedesca in Müller 120. ' edi sopra p. 633. ilei ec^ Olsciiki, loc. cit. 345. Ivi 364 s., un prospetto particolareggiato c.°utenuto dei Dialoghi. j|j . ]'I’ LI'EK 119 ss., 122 ri. 3. Cfr. H. de l’Épinois nella Rev. des quest, hist. ( S67) 110 s.; Favaro XVI 455; Olschki loc. cit. 396.