Il processo del Galilei del 1632. 627 dinale »rinviava con una lettera lusinghiera1 una delle sue odi latine, in cui venivano celebrate poeticamente le nuove scoperte su Giove e Saturno e sulle macchie solari.2 Il Galilei si potè anche permettere senza preoccupazioni di scherzare con il cardinale sui peripatetici, che facevano il sole e le stelle di materia imperitura, senza trasformazioni e distruzioni. Le nuove scoperte, egli scrisse,3 erano per queste asserzioni una specie di Giudizio finale, perchè già erano apparsi « segni nella luna, nelle stelle e nel sole » (Luca, XXI, 25). Dopo l’elezione del Barberini a pontefice le speranze favorevoli per il Galilei sembrarono rafforzarsi. Virginio Cesarmi, lo stesso •a cui il Galilei aveva dedicato poco prima la sua replica al Grassi, venne nominato maestro di camera; il miglior amico del Galilei, il Ciampoli, cameriere segreto di servizio.4 Ancora più favorevole per lo scienziato fiorentino fu il fatto, ch’egli potè offrire al nuovo papa stesso il suo scritto polemico contro il Grassi; esso comparve nel 1623 collo stemma di Urbano Vili sul frontespizio, e venne scritto a Firenze che si diceva che il papa lo avesse letto personalmente tutto.5 Se già quando salì al trono Gregorio XV si ritenne che spirasse ora per le scienze un vento più favorevole che sotto Paolo V,6 li' aspettative degli scienziati salirono ancor più in alto sotto Urbano Vili. Si spiega che il Galilei concepisse la speranza di poter ormai, nonostante tutto, pubblicare una difesa del nuovo sistema terrestre; egli pensò di andare a Eoma a fin di accertarsi più da vicino 'Mio stato delle cose. L’accoglienza che il suo piano di un viaggio a Roma trovò presso il papa non potè che rafforzarlo nelle sue aspettative. Il sU0 amico Rinuccini gli scriveva, dopo la visita d’ossequio ,*a lui fatta al papa, che Urbano Vili di nulla si era mostrato più I L,a stima che ho fatta sempre della persona di V. S. et delle virtù i concorrono in lei, ha dato materia al componimento che viene incluso. .. Pinola dimostrazione della volontà grande». Al Galilei il 28 agosto 1620, ivi XIII 48. * Ristampata in Pieralisi 22-25. l *u ‘lata 2 giugno 1612, in Favabo XI 311. 5 Stelluti al Galilei in data 12 agosto 1623, ivi XIII 121. ^ 1 ■ Rinuccini in data 2 dicembre 1623, ivi 154. Cfr. però Mùli.er 26 n. j, v 1 Io assicuro V. S., scrisse allora il Rinuccini al Galilei il 27 marzo 1621 est ,AK° ch® quanto alle lettere non popolari siamo migliorati in più""?' ('on’pt,uraiido io quello che sia per essere nella geometria e scienze loro ° i ’ ^a. 1uell° c*ie apparisce fin qui nelle lettere d’humanità che ancor ’ 1101 pontificato passato erano ridotte a termini che apena potevano passare -i ,|Un'1 Vu®oneria. Anzi veggo le coso incaminate di maniera, che moralmente 'linali° fPu e_ 8j faranno, e quei che correranno risico di succedere nel papato, uommi d’altra stampa che di quella de’ lustri passati ».