La correzione del Breviario romano; gli Inni. 607 proceduto coscienziosamente: solo gl’inni di Paolino d’Aquileia e di Eabano Mauro subirono cambiamenti radicali. Anche negli inni della Croce di Yenanzio Fortunato furono eliminate circa una dozzina e mezzo di licenze metriche come « errori ». Degl’inni famosi di S. Tommaso d’Aquino sulla santissima Eucaristia il memoriale dice, ch’essi sono stati conservati senza nessun cambiamento, perchè se ci son parole per avventura non del tutto eleganti, esse sono controbilanciate dalla elevatezza del contenuto, mentre la Chiesa li tratta piamente, e l’orecchio vi si è assuefatto.1 Anche l’Ave maris stella rimase immutata.2 In altro modo si procedette con gl’inni ritmici del v-x secolo, in gran parte rozzi e che ripugnavano per la loro forma apparentemente del tutto irregolare. Questi furono rifusi metricamente nella guisa più radicale. « La forma esteriore diventò più classica nell’espressione e nel metro, ma taluna caratteristica originaria venne ad esser cancellata, qualche pensiero profondo e significativo attenuato od eliminato, qualche pietra preziosa non polita o legata disadornamente cadde e andò perduta ». Un paragone dell’antico inno per la sacra delle chiese, Urbs beata Hierusalem, colla nuova forma, ora rifusa in giambi, lo mostra anche troppo chiaramente. Per fortuna non è grande il numero degli inni, cui per tal guisa fu tolta l’attrattiva originaria, che, nonostante la forma mal destra, è sempre loro propria.3 Dopoché la Congregazione dei Riti ebbe approvato il 29 marzo 1629 le modificazioni proposte, gl’inni corretti furono stampati dalla officina vaticana e quindi accolti nella nuova edizione del Breviario. Più tardi il nuovo testo venne stampato anche con note corali per l’uso del culto, e prescritto universalmente con la Costituzione del 27 aprile 1643,4 ordinanza che un anno dopo 'enne ancora rinnovata.5 Che la responsabilità delle modificazioni introdotte negl’inni non appartenga solo ai correttori, ma sia pure del pontefice, risulta chiaro da una lettera dello Strada a Urbano VIII.6 Taluni mn'' così apprendiamo da questo documento importante, sono stati corretti dal papa di propria mano e quindi presentati allo Strada per il parere. Questi sollevò qualche obbiezione, ma, nella maggior parte dei casi, si conservò il rimaneggiamento poetico di Urbano Vili. In generale si dovrà dire che le incursioni fatte, 1 Vedi ivi 253, 254. Cfr. G-avantus, Thesaur. sacr. rituum t. II, sect. 5, cap. 6. ^ edi Blume, loc. cit. 255 s. 1 Sull. XV 256 s. I dati del Baumer (509) su questa Bolla sono errati. ‘ Bull. XV 316 s. Pubblicata da L. Venturi, Gl’inni della Chiesa tradotti con comment. a V, 2a ed. Firenze 1879. Cfr. Rassegna settiman. 1879, 16 febbraio, I 132’ ove si accenna al fatto, che Urbano Vili voleva «correggere» anche e Poesie del Petrarca, e Blume, loc. cit., 258 s.