Carattere di Gregorio XV. 41 nitivo rifiuto avrebbe offeso profondamente gli Spagnuoli. Ed ecco il Ludovisi alla ricerca d’una via d’uscita. Servendosi della mediazione del suo intimo Domenico Cecchini, seppe dissipare ogni sospetto del governo francese, cosicché da una parte potè accettare la pensione spagnuola e dall’altra le relazioni così avviate col rappresentante della Francia si dimostrarono molto efficaci, perchè costui gli pose sopra gli occhi quale candidato alla tiara.1 Di grande importanza fu che tale piano trovasse l’appoggio anche dei cardinali Montalto e Aldobrandini. Con quest’ultimo il Ludovisi entrò in più strette relazioni, perchè Domenico Cecchini era un suo lontano parente. Gli avversari del Ludovisi solevano opporre ch’egli non era indipendente, che non conosceva la situazione politica e che la sua troppa bontà degenerava in debolezza. Ciò non impediva però che il Ludovisi già nel 1618 fosse fra coloro che avevano grandi probabilità di diventar papa. Benché le simpatie francesi fossero in Bologna più forti che le spagnuole, il Cardinale tuttavia non si mostrò anche colà più inclino all’una che all’altra potenza.2 Una tale riservatezza corrispondeva al temperamento quieto e tranquillo del nuovo papa, che non amava di far molte parole, ma trattava tutti con cordialità.3 Molto prudente, egli aveva da lungo appreso a trattar gli affari con saggezza ed in essi raggiunger lo copo in silenzio e senza darsi a vedere. Era però un carattere onesto, he «legnava ogni doppiezza e non avrebbe mai e per nessun conto detto il falso.4 Il suo sistema di vita era sobrio e regolatissimo; inava molto il movimento.5 La figura esteriore di Gregorio XV, 1 * « Volendo li. Spagnuoli per la sodisfattione che mostravano havere liavuta ìel suo negotiato fare seco qualche dimostratione gli havevano costituita una previsione di ducati 1500 stava irresoluto il cardinale se dovesse pigliarla o piutosto ricusarla dubitando in pigliarla di dispiacere ai Francesi, mentre riceveva beneficio da Spagnuoli, et in ricusarla dispiacere alli stessi Spagnuoli, è deliberato alla fine che fosse meglio pigliarla e procurare di fare capaci li Frantesi che questa era una mercede se li dava per la nuntiatura e secondo lo stile »’he si era usato con l’altri cardinali; pensò che io mi valessi di Mons. Bunozetto, auditore di Rota Francese, che ne’ negotii dell’ambasceria di Francia nella corte di Roma haveva grandissima parte et era amicissimo di marchese di Covere ambasciatore sapendo quanto grande fosse l’amicitia che passava tra di me e detto Monsignore e quanto di lui mi poteva promettere; nè fu anche vano il pensare poiché Mons. Bunozetto fece l’officio in tal maniera che non solo i Francesi deposero ogni sospetto, ma il marchese di Covere quando venne l’oc-vasione del conclave fu uno di quelli che per quanto potè promosse l’esalta-tione del cardinale al pontificato ». * Vita e successi del card. Cecchini, p. 301’. loc. cit. ! Vedi * Discorso de cardinali del 1618, Archivio Boncom-Pagni in Roma. 3 Vedi la relazione degli ambasciatori d’obbedienza veneti in Barozzi-Berchet, Roma I 117. * Vedi * Accarisius, * Vita Gregorii XV, lib. Ili, c. 21. 5 Vedi la relazione degli ambasciatori d’obbedienza veneti, loc. cit.