104 Gregorio XV. 1621-1623. Capitolo IH. lern, Cobelluzio, Valiero, Ludovisi e Sacrati, i prelati Giovan Battista Vives e Giovan Battista Agucchi, e subito dopo anche Domenico di Gesù Maria e infine come segretario il prete ravennate Francesco Ingoli, che svolse ben presto un’attività straordinaria. 1 membri della congregazione ricevettero nello stesso documento l’ordine e i pieni poteri di vigilare su tuttala predicazione e l’istruzione religiosa in tutte le missioni, (l’inviare e richiamare missionari, esaminare e discutere tutto quello che appartiene alla diffusione della fede in tutto il mondo. A tale scopo dovevano riunirsi una volta al mese innanzi al papa e due volte fra loro in casa del più anziano; solo le decisioni più gravi dovevano venir sottoposte al Santo Padre, sul resto doveva decidere da sé la Congregazione. Per coprire le spese, oltre gl’importi elargiti privatamente dal papa e da molti fedeli, vennero assegnati ai cardinali della Congregazione delle entrate fisse della Camera apostolica. Una fonte di reddito fisso divenne la trattenuta di 500 ducati d’oro che ogni cardinale doveva pagare alla sua nomina per l’anello e che finora spettava al Laterano.1 Più tardi seguirono ancora altri provvedimenti: il 12 novembre 1622 Gregorio XV autorizzò i cardinali Sauli e Ludovisi a firmare e sigillare contratti allo scopo di aumentare le entrate e di provvedere ad una migliore amministrazione; il 14 dicembre, concesse l’estensione, la registrazione e la spedizione gratuita di tutte le lettere e documenti di Propaganda a mezzo degl’impiegati di Curia; infine il 13 luglio 1623 concesse alla Congregazione il privilegio di costituire dal suo seno per il disbrigo degli affari un giudice con diritto della subdelegazione.2 La neoistituita autorità sedette per la prima volta nel palazzo Sauli il giorno II gennaio 1622. Ringraziato il pontefice perla sua zelante pietà e la magnifica iniziativa, degna di lui, venne deciso il tenore della bolla di fondazione e il regolamento della questione finanziaria. Le missioni erano sorte la maggior parte per iniziativa di Ordini, che avevano ottenuto dal papa le relative facoltà. Si decise però di non rivolgersi solamente ai generali degli Ordini, ma anche ai nunzi.8 Già il 15 gennaio 1622 vennero emanate le circolari a tutti i nunzi pontifici, invitandoli a riferire sullo stato e sul promovimento delle missioni e a procurare l’appoggio dei principi, dei governi e dei vescovi. Per dissipare ogni sospetto, specie presso i principi eretici, ai quali talvolta s’insinuava che nelle congregazioni o nelle confe- 1 Vedi lìull. I 30 ss.; Ius ponti j. I 11 ss., e su ciò Schmidlin loc.cit., 10 s. * Vedi ivi. 3 Vedi Schmidlin loc. eit. 5 secondo gli * Acta de Prop. Fide nell’A r - c li i v i o di P r o p a g a nda in lì o ni a . Cfr. Castellucci 124; Koll MANN, ,4cia I 6.