374 Urbano VITI. 1623-1644. Capitolo IV. contro i suoi nemici. Tanto maggiore fu la delusione quando Urbano dichiarò di non essere in grado di prestare tale aiuto.1 Mentri il risentimento, nato per lo stesso motivo alla corte di Monaco, fu soltanto passeggero,2 fra l’imperatore e il papa esso crebbe invece in modo pericoloso. La corte di Vienna era già scontenta perchè nella nomina dei cardinali fatta nel gennaio 1626, all’imperatore si era concesso un solo cardinale come ai re di Francia e Spagna,* ma questo malcontento aumentò ancora per l’atteggiamento di Urbano Vili in due altre questioni. L’una riguardava la divisione del patriarcato di Aquileia,4 che si estendeva oltre che al territorio veneziano anche al territorio imperiale. Benché la repubblica di S. Marco vi si opponesse, il papa inclinava a secondare i desideri di Ferdinando. Ma il negoziatore dell’imperatore, il prevosto Alberto Pessler, sostenne la causa del suo signore con uno zelo cosi irruente che non poteva che danneggiare. Il Pessler, non avendo ricevuto subito udienza, cercò di ottenerla con la forza. In anticamera si venne ad una scena molto penosa, poiché il Pessler cominciò a gridare forte verso il papa, che si trovava in udienza, e lanciò una protesta scritta contro la porta. In essa si rinfacciava a Urbano Vili parzialità per Venezia e si protestava in anticipo contro tutto quello che la S. Sede avrebbe deciso circa il patriarcato di Aquileia ai danni dell’imperatore.5 In un’altra questione che riguardava la posizione giuridica del-l’Abbazia benedettina di S. Massimino in Treviri,® fu l’imperatore stesso che si lasciò trascinare ad un passo inconsiderato. La lettera ch’egli scrisse al papa nel giugno 1627 mancava assolutamente del rispetto dovuto al Capo supremo della Chiesa, e Urbano Vili rispose il 18 luglio 1627 di voler ammettere che l’imperatore uon avesse letta la lettera e di sperare che all’esposizione del nunzio seguirebbe risposta degna della religiosità e giustizia degli Austriaci. Un passo nel breve venne reso più forte arbitrariamente dal segretario Ciampoli, e per questo fu ora la volta dell’imperatore a mostrarsi offeso.7 1 Cfr. sopra p. 276. 2 Vedi Schnitzer, Zur Politik 185-189. 3 Sui motivi di Urbano Vili vedi il suo Breve in Schnitzer, 190. 4 Cfr. * Nicoletti III 268 s., 454 s. (Biblioteca Vaticana) <'‘ia segue le relazioni della nunziatura e l’opuscolo in Barb. p. 136 (ivi) che sostiene il punto di vista imperiale e venne parzialmente usufruito da Kiewning 1 lxvii s.). 5 Vedi la * lettera del segretario di Stato a Carafa del 25 febbraio 16" s in * Nicoletti III 273, loc. cit.; cfr. Kiewning I lxix. c Cfr. * Nicoletti III 199 s., loc. cit.; Marx III 136; Kiewning I lxxs.; Baur, Sötern I 443 s. 7 Vedi Kiewning I lxxis., che si ostina a scrivere erroneamente Ciom-poli. Su Ciampoli vedi sopra p. 265 e più sotto al Capitolo xii.