Documenti inediti e comunicazioni d’archivio. N. 57-60. 1051 La chiave per apprezzare il contegno d’Urbano Vili negli anni 1630-1632 sta nelle sue relazioni coll'imperatore e con la Spagna durante la guerra per la successione mantovana. Il Uaxkk (Pdpste II 356 s.) descrivendo il contegno d’Urbano Vili in quella confusione «’appoggia sugli estratti di due dispacci dell’ambasciatore francese Bétliune (23 settembre e 8 ottobre 1628) comunicati dal Siri nelle sue Memorie VI 478. Secondo questi estratti, Urbano avrebbe chiamati i Francesi nell'Italia rivolgendo « a Parigi preghiere urgentissime affinchè il re vi mandasse un esercito, anche prima della presa di La Ruchette; un impresa nell’affare mantovano sarebbe tanto gradita ra Dio quanto l’assedio di quella tortezza principale degli Ugonotti; appena giunto il re a Lione e dichiaratosi per la libertà d’Italia, anche lui, il Papa, non tarderebbe a spedire un esercito e associarsi al re». Ma questo rapporto è del tutto in contrasto col vero contegno d’Urbano come vien descritto non soltanto dal Nicoletti, il quale \ci da ii «unti della corrispondenza fra il Nunzio in Francia, Bagno, e il Segretario di Stato, ma anche dagli altri numerosissimi dispacci dell Bétliune. Per ciò che riguarda dunque le reflazioni di Bétliune dal settembre e ottobre 1628, messe in raffronto con le restanti relazioni dello stesso ambasciatore, apparisce per -sè assai poco verosimile, che il papa, che invano dal Bétliune era stato esortato a un intervento bellico, ora tutto una volta, abbia richiesto con « pressantissime preghiere » ciò che finora laiveva tenacemente rifiutato. Infatti se si esaminano gli originali di quei dispacci del Bétliune, conservati nell’Archivio per gli Affari esteri a Parigi, essi sono tutti differenti da quelilo che ne ha fatto il iSiri. In ambedue i (dispacci le cui date non sono- nemmeno riferite dal Siri con esattezza — il primo non è del 23 ma del 25 settembre, e ili secondo non del 8, ma del 7 ottobre — mo