La promozione cardinalizia del 19 aprile 1621. 69 dall’unico difetto che si rimproverava al Cactani: il sarcasmo, in cui degenerava spesso la sua tendenza al motto di spirito.1 Fondatore di un’accademia, teologica questa, fu anche il secondo nuovo cardinale, Francesco Sacrati. Oriundo di una nobile famiglia di Ferrara, egli aveva inaugurato sotto Clemente XIII la serie degli uditori di Rota della sua città natale e s’era talmente distinto nel suo ufficio che che Paolo V, per non averlo assunto nel Collegio dei cardinali, n’ebbe grande biasimo. Gregorio XV, che conosceva ed apprezzava il Sacrati da lungo tempo, lo fece suo Datario e gli assegnò il vescovado di Cesena. Tale nomina fu molto applaudita in Roma, perchè il Sacrati vi godeva la massima reputazione a cagione della sua modestia, della sua dottrina c della purezza dei suoi costumi. Anch’egli come il Caetani morì precocemente (6 settenbre 1623). S’era scelto come ultima dimora la chiesa nazionale tedesca di S. Maria dell’Anima, e tale sua predilezione per la Germania si manifestò anche nel fatto che il Sacrati legò la sua scelta biblioteca al Collegio germanico.2 I due altri nominati il 19 aprile 1621 erano parenti di papi anteriori. Francesco Boncompagni apparteneva alla famiglia di Gregorio XIII e, benché solo ventenne, venne ritenuto degno della porpora perchè univa una profonda pietà e una straordinaria purezza di costumi ad una vasta erudizione di teologia, diritto canonico e filologia classica. Colla sua nomina Gregorio XY volle dimostrare la sua riconoscenza verso il papa che a suo tempo lo aveva chiamato a Roma.3 Il Boncompagni divenne nel 1626 arcivescovo di 'Napoli ed anche qui diede luminoso esempio di una vita rigidamente ascetica e assai caritatevole. Si calcolò che a Napoli avesse distribuito in elemosine 240.000 scudi, e si attribuì alla sua intercessione il fatto che la magnifica città uscisse illesa dalla terribile eruzione del Vesuvio del 1631. Quando morì, lasciò la sua biblioteca, tutta di volumi scelti, al Collegio gregoriano di Roma. Anche del quarto prelato insignito nel 1621 della porpora, Ippolito Aldobrandini, si vantavano le eccellenti doti, come l’erudizione e la purezza dei costumi. Al dire di Urbano Vili egli aveva di suo zio, il Cardinal Pietro, tutte le qualità buone, senza le cattive.4 1 Vedi * Vita del card. Caetani in Barb. 6030, Biblioteca Vati • « a n a; Ciaconius IV 479 ; Cardella VI, 222 s. 2 Su P, Sacrati cfr. Barozzi-Berchet, Roma I 122; Ciaconius IV 479 s; Cardella VI 223, s; Schmidlin, (leseli. (ler Anima 491. a Vedi * Relazione di Roma 1624, Archivio segreto pontificio Misceli. II 150 nr. 3. 1 Cfr. Ciaconius IV 479 s.; Cardella VI 224 s. * « Del card. Aldobrandini suol dire il Papa che ha tutte le qualità buone ma non le cattive del Cardinal Pietro suo zio. È stimato signore ingenuo, affettuoso verso i amici ». (Discorso dellacorte di Roma 1626 in Cod. C 20 dell’A rchivio Bonco m-