Documenti inediti e comunicazioni d’archivio. N. 55-56. 1047 bendante che la sua Vita di Urbano Vili crebbe fino a nove volumi, in complesso 15000 pagine incirca. Sul principio idei 1666 era occupato a stendere il settimo volume (vedi VII 581). Il Cardinale Barberini morì il 10 dicembre 1670, a S2 anni, senza vedere il compimento dell’opera. Il Nicoletti, dedicò la biografia alla sua memoria, perchè egli ve l’aveva spinto ed etra stato il ministro principale di Urbano Vili. NelFintroduzione è detto anche che la biografia non era awora del tutto compiuta. Infatti nel manoscritto si trovano spesso delle pagine in bianco per possibili aggiunte, come, d’alltra parte, schede incollate per notizie addizionali. Le pagine poi si trovano scritte quasi sempre soltanto nella metà destra mentre a sinistra ci sono spesse volte delle correzioni, la più parte (di proprio pugno del Nicoletti, come del resto è tutta l’opera, eccetto l’ultimo volume. Si trovano però anche altre mani p. e. «niella del Cardinale P alila vi cin i1 cui il Nicoletti fece vedere l’opera sua, Ciascuno idei nove volumi è diviso in capitoli e per ciascun capitolo si trova un indice. D’altra mano è aggiunto un registro alfabetico delle persone e delle materie. Il primo a servirsi dell’opera di Nicoletti fu il (Banke. « Essa contiene, così egli narra, (III 158*) le rimembranze della casa, Ideila persona e degli atti d’Urbano Vili, ma in sostanza ciò che le dà forma e misura è tutta la corrispondenza diplomatica, come essa si è svolta nei 21 anni di Urbano. Questa biografia consiste essenzialmente in una compilazione dei rapporti delle nunziature». Il Banke con molta ragione rileva che « il carattere ufficiale è palese pensandosi all’origine e alla prima idea dell’opera, d’altria, parte si può dei utto credere l’autore quando (fa dei riassunti ». 2 Allo stesso risultato è giunto anche il Kiewning (I, xxvnr) il quale, paragonando i rapporti dei nunzi, come sono nell’Archivio Va-ticano, coi sunti del Nicoletti, li ha trovati intieramente uguali. Ed il Kiewning giustamente osserva che dell’opera di Nicoletti non si può dispensare nessuno, nemmeno quando i rapporti dei nunzi sono comser-vati. aggiungendo egli dai propri ricordi molte notizie attendibili. Di assai più grande Valore sono naturalmente quelle parti, del resto pooo numerose, provenienti dalle comunicazioni dello stesso Card. Barberini. Per mostrare quanto esse siano interessanti voglio addurre isolo un esempio. Trattando del Con. lave nel I volume Ideila Vita, il Nicoletti riproduce quasi testualmente il rapporto che si trova nei « Conclavi de’ Pontefici Bomani» (1667, p. .-’97). In margine però egli fa delle addizioni avute dal Cardinale Barberini il 10 ottobre 1665. La prima aggiunta si riferisce all’abboccamento che, nel conclave di Gregorio XV, l’ambasciatore di Spagna, il duca di Pastrana, ebbe con Francesco Barberini attorno al Cardinale Maffeo Barberini: as,serì il Pastrana che ad una elezione di Maffeo sarebbe stato di ostacolo le di lui simpatie pei Aia Francia, le quallii erano così grandi ch’egli poteva 1 Ofr. Arch. Rum. XXII 355. 2 Raicke spiega ciò con un esempio all'osservazicne di Nicoletti sul contegno di Urbano Vili nella conclusione della pace fra l’Inghilterra e la Francia. Ma proprio questo è un esempio, come dimostra Kiewning (I 299) scelto male : ma l'osservazione di Banke in sè è giusta.