Luca Holse (Holstenius) bibliotecario della Barberiniana. 925 Fabre de Peiresc.1 Pietro Du Puy, appoggiato dal Peiresc e da Girolamo Aleandro, raccomandò lo Holstenio al cardinale Francesco Barberini,2 il quale procurò una posizione a vita nella Città Eterna a questo dotto di così grandi speranze, affidandogli la direzione e lo sviluppo della sua biblioteca. Lo Holstenio lasciò nel 1626 Parigi in compagnia del nunzio Spada che tornava a Roma, per occupare il suo nuovo posto nella Città Eterna. In questo egli non si limitò affatto a dirigere ed accrescere la biblioteca,3 ma compì anche contemporaneamente larghi studi. Non meno che delle opere dei geografi greci, egli si occupò di quelle dei neoplatonici e dei Padri della chiesa greca. Storia e teologia entrarono ugualmente nell’ambito delle sue ricerche, le quali vennero rimeritate da scoperte importanti, come quella del Li ber diurnus.* Egli si esercitò anche nella poesia. Ma impigliato in così diverse occupazioni non furono che troppe le opere da lui iniziate e non condotte a fine,5 tanto più che nell’interesse del suo protettore egli dovette intraprendere ripetutamente viaggi per accrescere la biblioteca.® Così di lui comparvero solo un’edizione greco- 1 Cfr. L. G-. Pklissier, Les amis d'Holstenius nei Mèi. d'archéol. VI 554 s., VII 62 s. e Bev. des langues Bomanes 1891. G. Naudé pubblicò un Panegyricus dictus Urbano Vili ob beneficia in M. Th. Campanellam collata », Parisiis 1644. 2 Cfr. PÉLISSIER, loc. cit. VII 69 8. 3 Cfr. L. Holstenii * « Index librorum manuscript. et typis edit., quos Urbanus Vili, Frane, card. Barberinus aliique ad hanc Bibliothecam miserunt vel idem emit Holstenius »; Barb. 3075, Biblioteca Vaticana. Ivi 3062 * « Index codieum graecorum bibliothecae L. Allatii». 1 Cfr. A. Ratti, La fine d'unti leggenda ed altre spigolature intorno al Liber diurnus Bomanorum Pontificum, Pavia 1913. 5 Sulla raccolta di Holstenio delle vite dei papi, vedi Glassciiroder nella Róm. Quarlalschrijt IV 125 s. Egli disegnò fra l’altro una edizione del Liber pontificalis e del Liber diurnus; vedi Carini, Bibl. Vatic. 85. Nella Barberini fi trovano di lui 2049, « Epigrammata »; 2104, poesia al Motrnann; 2182,3063-3074 e 6535, « Adversaria, Opuscula et Varia». Cfr. anche 6428, e 6419. Del suo ampio carteggio solo una piccola parte è stata pubblicata dal Boissonade (L. Holstenii epistolae ad diversos, Parigi 1817), Pélissier (vedi sopra n. 1), Palmieri (vedi sopra p. 924, n. 5) ed altri (vedi Biv. d. biblioteche 1890, nr. 18-19). L’abbondanza del materiale esistente nella Barberini in fatto di lettere inviate e ricevute dallo Holstenio, meriterebbe assai una nuova esplorazione. Cfr. specialmente i numeri 2177, 2179, 2180, 2181, 2183-2189, 3539 (lettere francesi, tedesche ed inglesi allo Holstenio), 3630 (lettere francesi allo Holstenio), 3631 (lettere tedesche ed inglesi allo Holstenio), 6488 (lettere al cardinale Fr. Barberini 1636-1642), 6489 (item 1643-1660), 6490 (item 1646-1648), 6491 (lettere del cardinale Fr. Barberini allo Holstenius 1629-1638), 6492 (item 1646-1648), 6493 (lettere di principi allo Holstenio), 6494 (lettere di prelati), 6495, 6496 (lettere di vari), 6497 (lettere di cardinali), 6498, 6499, 6480 (lettere di uomini celebri allo Holstenio). Non ancora sfruttato nè catalogato è il « Fondo Leone Allacci » della Biblioteca Vallicelliana in Roma; vedi Arch. Eom. VII 580 s. 6 Lo Holstenio medesimo ha descritto il suo * « Iter per Etruriam 1641 » (ms. F. 192 della Biblioteca di Dresda); se ne ebbe comunicazione