Istruzione su i processi contro le streghe. 623 nei processi contro le streghe.1 Essa era diretta ad eliminare i gravi inconvenienti occorsi nello svolgimento di questi processi, che erano stati istruiti su le denunzie di streghe e su loro compagni nel sabbato delle streghe. L’istruzione stabiliva, che simili denunzie delle streghe riguardo a complici non dovevano esser prese per principio in nessuna considerazione, mentre allora in Germania erano proprio queste indicazioni a costituire una delle basi principali per l’estensione della caccia alle streghe. La conseguenza fu, che in quello stesso tempo, in cui in Germania, nel periodo della guerra dei Trent’anni, il pasto più orribile della superstizione popolare, l’illusione stregonesca, celebrava le sue orgie spaventose, a Roma non avveniva nessun abbruciamelo di streghe.2 L’istruzione è una prova perentoria che a Eoma, assai più presto che nelle regioni cattoliche e protestanti della Germania, intervenne una reazione del raziocinio e dell’umanità contro il flagello dei processi per stregoneria. Nella consegna al governatore di Roma, avvenuta nel marzo 1640 di uno, condannato dall’inquisizione al supplizio, non si trattò di un eretico, ma di un relapso nel giudaismo, e in esso pervicace, un Portoghese di nome Ferdinando Àlvarez.3 L’ultima esecuzione sotto Urbano Vili, il 19 maggio 1642, colpì un frate Minore che, senza essere stato ordinato prete, aveva spesso detto messa e confessato.4 Anche Ferrante Pallavicini, autore di molti scritti osceni, dovette scontare colla morte le sue pasquinate contro i Barberini; non fu però l’inquisizione, ma il legato papale 1 \ edi G. Stutz nei Kathól. Schweieerbldttern fiir Wissenschaft, Kunst “«