La restaurazione cattolica nell’Austria inferiore. 341 protestante e ad imporre la partecipazione a quello cattolico senza disporre l’espulsione.1 Soffocata l’insurrezione rurale dell’Austria superiore, la restau-i /.ione cattolica riprese di nuovo il suo corso anche nell’Austria inferiore. Qui essa si era finora limitata alle città e ai borghi imperiali e agl’impiegati dell’imperatore. Inoltre nel 1626 erano iti allontanati dalla università di Vienna i professori della nuova t le.2 La nobiltà invece mantenne il diritto del culto protestante nincessogli dall’« assicurazione » di Massimiliano II e confermato lilialmente con giuramento da Ferdinando II. Si fece, ora dire "'imperatore che egli non era impegnato dalle leggi dell’impero a tollerare, come sovrano cattolico, i protestanti in uno dei suoi paesi ereditari, poiché qui non competeva ai principi come in Slesia assicurare alla signoria territoriale il diritto di riforma.. Ferdinando II sottopose la vertenza ad una commissione nella quale, accanto . molti consiglieri intimi e consiglieri del governo della Bassa Aulì ni. si trovavano anche tre gesuiti, l’uno dei quali era il suo confessi e Lamormaini. Le opinioni erano divise. Gli uni dichiaravano il e ito il mancamento alla concessione giurata e consigliavano, anche con riguardo alla situazione politica, il differimento di misure radicali. (Ili altri, pur essendo della stessa opinione che non era le. ito di agire contro il giuramento e la promessa, facevano però enervare che l’imperatore era impegnato soltanto di fronte agli sii'ii provinciali di confessione augustana; siccome però nell’Austria inferiore non si trovava al momento alcun predicante luterano •'lie non inclinasse verso il calvinismo, non sussisteva alcun obbligo l"'i' l'imperatore di tollerare tali predicanti. Il cardinale Klesl fece valere contro l’espulsione dei protestanti che con ciò si toglieva al sovrano l’amore (lei sudditi, si mandava il danaro fuori ,ìrl paese e si mettevano in pericolo molte anime, poiché gli emi--ranti avrebbero perseverato per sempre nell’errore. Se invece 'i fossero lasciati in paese i protestanti, senza permettere però 1 esercizio della loro religione, si otterrebbe almeno che i loro fì--1'oli divenissero cattolici né subentrerebbero i danni suaccennati.3 Iti seguito a ciò l’imperatore si decise per una via di mezzo: rinunziò '-^pulsione dei nobili protestanti, ma ordinò nel 14 settembre 1 *’-7 che venissero allontanati dalla Bassa Austria tutti i predica-",ri e i maestri protestanti, ciò che egli giustificò con le loro opi- 1 Vedi Riezler V 312 s. Nell’agosto 1632, quando irruppero gli Svedesi, .""ladini si sollevarono un’altra volta, ma Gustavo Adolfo li abbandonò; vedi i "idem 428 s. • \edi Raupach IV 430; Menzel VII 131. J \ edi Khevenhuller X 303 s. Klesl può aver dato questo consiglio " per iscritto, poiché ritornò a Vienna appena il 5 febbraio 1628; * Brevi lfi‘~1° avevano raccomandato all’imperatore (7 e 10 settembre ’-1 ■■ Api'ut. IV, Archivio segreto pontificio.