Gregorio XV e l’atto di violenza contro il cardinale Lerma. 75 tia, ma ben presto lasciò cadere la prima condizione. Anche il cappuccino Giacinto da Casale si adoperava perchè il Klesl venisse di nuovo accettato in grazia dall’imperatore. Finalmente il 16 giugno 1623 l’ambasciatore Savelli ricevette l’ordine, sempre che venissero adempiute le accennate condizioni, di non sollevare alcuna obbiezione contro la liberazione del Klesl, che doveva però restare a Roma. Gregorio XV fu assai contento di questa soluzione della questione e ringraziò l’imperatore ancora lo stesso giorno. 11 cardinale Ludovisi in persona si recò il 18 giugno in compagnia dell’ambasciatore imperiale al Castel S. Angelo, per metter in libertà il Klesl; di là lo condusse al Quirinale. Entrambi i cardinali pranzarono assieme e poi il Klesl venne ricevuto da Gregorio XV in udienza di ringraziamento.1 Il papa gli assegnò come abitazione l’appartamento in Vaticano che aveva avuto il cardinale Galamina.2 Un atto di violenza simile a quello compiuto contro il Klesl era avvenuto anche in Spagna ai danni del Cardinal Lerma. Costui, già onnipotente sotto Filippo III, nel 1618 s’era dovuto ritirare nelle sue terre, e primo ministro era diventato suo figlio, il Duca di Uzeda, che aveva raggiunto gli uffici e l’influenza del padre.3 Ma il cambiamento non significò affatto la fine dello sgoverno