Le buone condizioni ecclesiasticbe della Bulgaria. 761 Molto più favorevole era la condizione dei cattolici in Bulgaria. Colà la provincia di Riprovata, quale possesso della sultana-madre, aveva una posizione assai indipendente, e così era divenuta il luogo di rifugio dei cattolici, che potevano vivervi secondo la loro fede in libertà completa. Dal 1600 risiedettero a Riprovata i vescovi di Sofìa, che appartenevano all’Ordine francescano. Urbano Vili aveva nominato nel 1623 vescovo di Sofìa, Elia Marini, discendente da una famiglia nobile di Kiprovats. Quest'ottimo uomo convertì molti eretici, come i Pauliciani, e indusse noi 1625 la Propaganda a costituire una provincia francescana (custodia) bulgara. Il 21 luglio 1631 il Marini rinunciò a tutti i diritti parrocchiali a favore dei Francescani, riservandosi unicamente di partecipare alla loro mensa comune. Egli eresse nel 1632 nel convento una scuola per l’istruzione della gioventù nella religione e nelle materie civili, finché a causa del suo crescente indebolimento senile, e su preghiera sua, Urbano Vili gli concesse nel 1638 un coadiutore nella persona di Pietro Deodato, capo delhi provincia francescana di Bulgaria e vescovo di Gallipoli.1 Pietro Deodato, un Bulgaro, successe alla morte del Marini sulla sede vescovile di Sofìa. Urbano Vili gli concesse un trattamento annuale di 200 scudi. Deodato visitò la sua nuova diocesi2 e tenne nel 1643 un sinodo. Si recò quindi a Roma, ove il papa lo elevò ad arcivescovo di Sofìa. Urbano gli affidò, ristabilendo la dignità metropolitana di Sardica, anche la soprintendenza sulla Dacia ripense, che abbracciava la Bulgaria inferiore, e sulla Tracia iKumelia orientale). La delimitazione geografica imprecisa della nuova archidiocesi di Sardica generò un conflitto con Marco Bandoni, nominato nel 1643 da Urbano Vili arcivescovo di Marzia-Dopoli con sede in Bacàu, conflitto che tuttavia fu appianato il ® febbraio 1644. L’accordo stabilì, che l’arcivescovo di Sardica-N|fìa amministrasse, oltre la propria diocesi, le provincie di Tracia (lìumelia orientale, Dacia ripense e Valacchia), l’arcivescovo di '1 ra Gregorio Romano 1641 », ivi XIX 225 ss.; « * Visita di Durazzo et d’altre lese d’Albania di fra Marco arciv. di Durazzo 1641 », ivi XXI 33 s. j, 1 ^ edi I. Pejacsevicii nell’Archiv für österr. Gesch. LIX (1880) 342 s. n ."‘teressante la * Lettera di Fra Benedetto Emanuele Remondi da Milano, 1 *>• couv., missionario di Moldavia et Vallachia, al cardinale Barberini, in lla, Pera 14 settembre 1636, acclusa ad una relazione su i suoi viaggi di 8* ls,ta negli anni 1635-1636, Visite XIV 294 ss. ' * Visita di Moldavia di fra Pietro vescovo di Sofìa 1641 » con proposte ,ta le provvidenze da prendere per i cattolici di là. «Dall’esempio della gana, nella quale la congregazione ha eretta una custodia di minori osser-« la v’ ^onSregazi°ne deve essere indotta a fare altrettanto per la Moldavia Da'’ ;dac°bia; in Bulgaria c’erano prima solo tre preti, adesso 40, «tutti del ese »(Archivio di Propaganda in Roma). Sulla Moldavia. 1 anche Etjbel nella Böm. Quartalschr. XII 113 s.