Ìt cesaropapismo spagnuolo. 71 Più allarmante ancora era diventata la posizione del nunzio accreditato presso il re cattolico, poiché in Spagna egli doveva combattere non solo contro gli arbitri e la gelosia del potere statale, ma anche contro la diffidenza delle corporazioni ecclesiastiche.1 Quanto fossero difficili le condizioni spagnole risulta lall’istruzione che venne data al nuovo nunzio Alessandro de San grò, patriarca di Alessandria, in data 5 aprile 1621.2 Gli viene anzitutto raccomandato di usare con moderazione delle sue facoltà, che in Spagna erano assai più ampie che negli altri paesi. Dover egli nell’assegnazione di benefici e di dignità ecclesiastiche tener conto dei più meritevoli e più bisognosi e, nella concessione di dispense, attenersi strettamente alle disposizioni del Concilio di Trento, come base della disciplina ecclesiastica. Speciale cautela veniva raccomandata per la riforma degli ordini maschili e femminili. Doversi in ciò tener informate le autorità governative, affinchè non si ingerissero in cose di non loro competenza. Si osservasse rigorosamente la clausura e di qui innanzi non si desse più il permesso di cappelle private, contro la cui troppo facile concessione era dovuto intervenire anche Paolo V. Gran parte dell’istruzione s’occupava naturalmente dell’inge-renze del governo nella giurisdizione ecclesiastica e della pretensione del Consiglio reale di esaminare previamente tutti i documenti pontifìci. Vi si apprende che il governo pretendeva perfino di avocare a sè l’applicazione delle riforme tridentine, abuso contro il quale si ordinava di levare recisa protesta. A ciò s’aggiungevano le solite lesioni della libertà della Chiesa in altri campi. Circa i conflitti fra i vescovi e i capitoli, che in Spagna erano tanto frequenti, il 1 Cfr. Meister in Iióm. Quartalsehr. VII 466. 2 Dell’importante e succosa * istruzione a Sangro vi sono molti manoscritti: Berlino, Biblioteca nazionale, Inf. polit. XI 477 s.; Vienna, Biblioteca di Stato 55801’ p. 48 s. e 6837 p. 56 s.; Roma, Ottob. 2721 (Biblioteca Vaticana); Varia polit. 117 (Archivio segreto pontificio); Biblioteca Angelica T. 3. 13. p. 1 s. Dall’ultimo ms. ha ricavato un estratto già Laemmer(Zur Kirchengesch. 70 s.). Ciò è sfuggito al Meister nel suo interessante studio Zur spanischen Nuntia-tur im 16. u. 17. Jahrhundert (Bórri. Quartalsehr. VII 448 s.) ed ha quindi creduto che il brano dell’istruzione da lui citato dall’Ottofc. 2206 p. 137 s. fosse stato diretto al successore di Sangro, Msg. Massimi. Il brano dell’istruzione che riguarda la questione della Valtellina era già stato pubblicato nel 1858 wW Archivio stor. ital. X. S. VII 1, 8-9. La nomina del Sangro venne comu- nicata da Gregorio XV al re di Spagna con * Breve del 3 aprile 1621; vedi Epist. in Arni. XLV 23, Archivio segreto pontificio. Sangro partì da Roma il 7 aprile 1621; vedi * Avviso del 7 aprile 1621, TJrb. 1088, Biblioteca Vaticana. Per gli antecedenti della nomina del Sangro cfr. la * lettera del card, di (S.) Susanna (card. Ludovisi) del 10 febbraio 1621 ove si dice: « N. S. non ha anchora risoluto della persona del Nuntio di Spagna. Io li propongo Mons. di Bregni ». Segue una lode del medesimo. Orig. nel Cod. E. 70 dell’A r c h i v i o Boncompagni in Roma.