990 Urbano Vili. 1623—1 (>44. Capitolo XII. Monti era sorto il collegio dei Neofiti. In vicinanza si stendeva Villa Aldobrandini; verso il Quirinale si elevava il palazzo passato dai Borghese ai Bentivoglio e quindi al Mazarino, rinomato per i suoi tesori artistici.1 Ma la fama più grande, come del più bel parco di B-oma, era quella della Villa Montalto dei Peretti, stendente,si al nord di S. Maria Maggiore, nella quale, come dice il Totti, la ricchezza della vegetazione rivaleggiava colla bellezza delle fontane, mentre le stanze splendide erano adorne di affreschi e di statue.2 A occidente di S. Maria Maggiore, colla quale confinava la Villa Montalto, si erano stabiliti sulla via Quattro Fontane parecchi Ordini; così nel 1626iPremonstratensi presso S. Norberto e già nel 1619 i Trinitari francesi presso S. Dionigi. Sulla lunga via di Porta Pia, colla quale Pio IV aveva iniziato la regolarizzazione delle strade per l’accesso ai Monti,3 Urbano Vili aveva fondato per le Carmelitane il convento della Santissima Incarnazione, che fu chiamato dalla famiglia del papa « Le Barberine ». Il proseguimento di questa strada, via del Quirinale, mostrava tutta una serie di edifici ecclesiastici: per i Trinitari spaglinoli il Borromini aveva creato il suo capolavoro di S. Carlino; vi si aggiunsero l’ospizio dei Carmelitani spaglinoli presso i SS. Anna e Gioacchino, la villa Bandini, il noviziato dei Gesuiti di S. Andrea con un giardino assai bello, il convento e la chiesa delle Cappuccine di S. Chiara, finalmente dirimpetto all’angolo del palazzo del Quirinale il convento delle Domenicane di S. Maria Maddalena. Sebbene una gran parte del territorio chiuso dalla cerchia delle mura aureliane rimanesse tuttora non fabbricato, pure già nel 1626 si calcolava, che l’estensione della superficie abitata si era accresciuta in cinquant’anni di duq terzi.4 Questo era merito principalmente di Sisto V, il quale per primo aveva reso abitabili i quartieri superiori più ariosi ed assolati (Rione de’ Monti), apportandovi l’acqua. La regione delle colline entrò sempre più in gara con i quartieri angusti e popolosi della depressione presso 1 Vedi Martinelli 88; illustrazione in Totti 504. Il palazzo passò infide ai Rospigliosi. 2 Totti 505. 3 Cfr. WÒlfflin, Renaissance und Barock1 239. 4 * « Essendo cresciuta la città di Roma quasi due terzi con più nobili edifìtii e bellezza et ampiezza della città vecchia da 50 overo 60 anni in quà, cioè dall’arco di Portogallo insino al Popolo, dal Corso insino a Porta Pinciana- a Capo le Case insino a Termini e S. Maria Maggiore stendendosi le habitatiow per le strade che vanno a S. Giovanni e parimente a Monte Cavallo, S. Lorenz» in Paneperna et Pantani insino de là dal Coliseo et in Trastevere S. Francese«' a Ripa, S. Pietro a Montorio, la Longara et Borgo Pio insino alli bastioni . è detto in un memoriale di Msgr. Vives e degli « interessati nella piazza della •S. Trinità de’ Monti»; si desiderava che venisse fatta la pulizia della piazza, dopo la quale l’aria vi migliorò assai. Meni 1652 T., 2, Archivio d e 11il Propaganda in Roma.